CCII
Come que'
della Scala tolsono al re Giovanni la città di Brescia e di Bergamo, e come
s'ordinò lega da noi a' Lombardi.
Nel detto
anno, parendo a' Guelfi della città di Brescia male stare sotto la signoria del
re Giovanni, per l'antica nimistà avuta collo imperadore Arrigo suo padre, e
per dispetto d'uno forte castello ch'egli avea fatto fare al disopra della
terra per tenergli più suggetti, sì trattarono cospirazione e di dare la terra
a' signori della Scala da Verona, promettendo loro di mantenergli in loro
stato, e di cacciarne la parte ghibellina, che teneano col re Giovanni, e così
aseguiro: o che a dì XIIII del mese di giugno cavalcato là messer Mastino della
Scala con XIIIIc di cavalieri e popolo grandissimo, e i Guelfi della terra
cominciarono il romore con armata mano, gridando: “Muoiano i Ghibellini e il re
Giovanni, e vivano i signori della Scala!”; e combattendo contra loro, apersono
alcuna porta della terra ch'era in loro podere, e per quella vi misono messer
Mastino e sua gente, e cacciarne i Ghibellini e la gente del re Giovanni; e
assai ne furono presi e morti, salvo quegli che scamparono nel castello, o si
fuggirono della terra. Al quale castello si puose l'assedio, e fu tutto
affossato e steccato intorno, e tennesi per la gente del re Giovanni infino a
dì IIII del mese di luglio, ch'aspettavano soccorso dal figliuolo del re
Giovanni ch'era a Parma, il quale non s'ardì di venire sentendo la potenza di
messer Mastino, e ch'egli avea la terra, per la qual cosa s'arenderono, salve
le persone. E poi il detto messer Mastino il settembre vegnente per simile modo
tolse la città di Bergamo a la gente del re Giovanni, e fecesi la lega già
trattata da' detti signori della Scala, e quello di Melano, e quello di
Mantova, e' marchesi da Ferrara col re Ruberto e col Comune di Firenze contra
al Bavero e al re Giovanni, o chi gli desse aiuto o favore; e avere gli amici
per amici, e' nimici di ciascuno per nimici, non traendone imperio né Chiesa.
La quale lega fu ordinata di IIIm cavalieri; VIc al re Ruberto e VIc cavalieri
al Comune di Firenze, e VIIIc cavalieri a' signori della Scala, e VIc cavalieri
al signore di Milano, e CC cavalieri al signore di Mantova, e CC cavalieri a'
marchesi da Ferrara, e confermossi per ambasciadori e sindachi con solenni
contratti e saramenti. E fu in patti che la lega aterebbe conquistare a messer
Azzo di Milano la città di Chermona e 'l borgo a San Donnino, e a' que' della
Scala la città di Parma, e al signore di Mantova la città di Reggio, e a'
marchesi da Ferrara la città di Modona, e a' Fiorentini la città di Lucca. E
nota, lettore, nuova mutazione di secolo, che il re Ruberto capo di parte di
Chiesa e de' Guelfi, e simile il Comune di Firenze, allegarsi in compagnia co'
maggiori tiranni e Ghibellini d'Italia, e spezialmente con messer Azzo Visconti
di Milano, il quale fue al servigio di Castruccio a sconfiggere i Fiorentini ad
Altopascio, e poi venire a oste infino a la città di Firenze, come adietro
facemmo menzione: ma a·cciò condusse il re Ruberto e' Fiorentini la dubitazione
del Bavero e del re Giovanni, e lo sdegno preso col legato per la compagnia
fatta col re Giovanni.
La quale lega
da cui fu lodata e da cui biasimata, ma a·ccerto ella fu allora lo scampo della
città di Firenze e la confusione del re Giovanni e del legato, come innanzi
leggendo si troverrà.
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