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Come il re
Giovanni andò a Vignone a papa Giovanni.
Nel detto
anno, del mese di novembre, il re Giovanni venne di Francia a Vignone in
Proenza per parlamentare con papa Giovanni, e in sua compagnia menò più baroni
e signori di Valdirodano per farsi fare salvocondotto, perché dubitava di
venire nelle terre del re Ruberto; e bisognavagli bene, che per contastare la
sua venuta il siniscalco di Proenza, messer Filippo di Sangineto, raunò in
Vignone più di VI cavalieri gentili uomini di Proenza, e que' di Vignone erano
aparecchiati in arme a suo comandamento; ma il papa a priego de' detti signori
gli diè licenzia del venire sicuro, e comandò al siniscalco che non gli dovesse
offendere. E venuto il re Giovanni in Vignone dinanzi al papa, il papa gli fece
grande asalto di parole e minacce, riprendendolo delle sue imprese delle terre
di Lombardia e di Lucca, ch'aparteneano alla Chiesa; ma tutto fu opera
disimulata, però che tutte sue imprese erano con ordine del re di Francia e del
legato di Bologna per abattere i tiranni di Lombardia, e perché il re di
Francia per sé, overo per messer Carlotto suo fratello, il quale era sanza
reame, cercavano sagretamente col papa d'essere l'uno di loro re in Italia. Il
re Giovanni con infinte scuse si rimise a la mercé del papa, e riconciliollo il
papa con seco com'era ordinato, e ristette in corte più di XV dì, ciascuno
giorno a consiglio sagreto col papa, ove ordinarono più cose segrete, che poco
tempo apresso partorirono, e le congiure ordinate furono palesi, come innanzi
leggendo faremo menzione. E partitosi il re Giovanni di corte, se n'andò in
Francia per seguire la traccia. Lasceremo alquanto degli andamenti del re
Giovanni per dire d'altre novità di Toscana, ma tosto torneremo a sua materia,
ch'assai ne cresce tra mano.
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