CCXII
Come il
figliuolo del re Giovanni venne a Lucca, e come il detto re Giovanni tornò in
Lombardia.
Nel detto
anno, in calen di gennaio, Carlo figliuolo del re Giovanni venne di Parma a
Lucca, e da' Lucchesi gli fu fatto grande onore sì come a·re e a·lloro signore,
ma poco vi dimorò in Lucca: ma innanzi ch'egli si partisse volle da' Lucchesi
XLm fiorini d'oro, ma a la fine con grande fatica e renzione de' cittadini
n'ebbe XXVm; sì che la festa che' Lucchesi feciono della sua venuta tornò loro
in amarore e danno. E ciò fatto, il detto Carlo si tornò in Lombardia per
vedere il re Giovanni suo padre, il quale tornava di Francia, ed era venuto a
Torino all'uscita di gennaio col conastabole del re di Francia, e col conte
d'Armignacca, e con quello di Forese, e col maliscalco di Mirapesce, e più
altri signori e baroni, e con un fioretto di VIIIc cavalieri eletti di Francia
e di Borgogna e di Valdirodano. E dissesi ch'avea avuto da·re di Francia o in
dono overo in presto Cm fiorini d'oro. E giunse in Parma a dì XXVI di febbraio,
e là si trovò col figliuolo con più di IIm buoni cavalieri, sanza Vc che di sua
gente avea nella città di Lucca. E per soccorrere il castello di Pavia e
ricoverare la terra si partì di Parma a dì X di marzo con MD cavalieri, e fece
la punga a Pavia per lo modo che dicemmo adietro nel capitolo della perdita
ch'egli fece della città di Pavia. E non potendo fornire suo intendimento
cavalcò in sul contado di Milano, e poi in su quello di Bergamo, faccendo
grande dammaggio; ma però il capitano di Milano non si volle partire da oste
dal castello di Pavia, né afrontarsi a battaglia col re Giovanni, il quale non
potendo avere battaglia si tornò a Parma a dì XXVII di marzo.
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