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Come in Roma fu fatta la congiurazione per Catellina e suoi seguaci.
Nel tempo ancora che Roma si reggeva a la signoria di consoli, anni da
VIcLXXX poi che·lla detta città fu fatta, essendo consolo Marco Tulio Cecerone
e Gaius Antonio, e Roma in grande e felice stato e signoria, Catellina
nobilissimo cittadino, disceso di sua progenia della schiatta reale di
Tarquino, essendo uomo di dissoluta vita, ma prode e ardito in arme, e bello
parlatore, ma poco savio, avendo invidia di buoni uomini, ricchi e savi, che
signoreggiavano la città, non piacendogli la loro signoria, congiurazione fece
con più altri nobili e altri seguaci disposti a mal fare, e ordinò d'uccidere
gli consoli e parte de' sanatori, e di disfare loro uficio, e correre, e
rubare, e mettere da più parti fuoco nella città, e poi farsene signore. E
sarebbegli venuto fatto, se non che fu riparato per lo senno e provedenza del
savio consolo Marco Tulio. Così si difese la città di tanta pistilenzia, e
trovata la detta congiurazione e tradimento, e per la grandezza e potenza del
detto Catellina, e perché Tulio era nuovo cittadino in Roma, venuto il padre da
Capova, overo d'un'altra villa di Campagna, non ardì di fare prendere Catellina
né giustiziare, come al suo misfatto si convenia; ma per suo grande senno e
bello parlare il fece partire della città; ma più di suoi congiurati e
compagni, de' maggiori cittadini, e tale dell'ordine de' sanatori che partito
Catellina rimasero in Roma, fece prendere, e nelle carcere faccendogli
strangolare moriro, sì come racconta ordinatamente il grande dottore Salustio.
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