XXIII
Come uno
frate Venturino da Bergamo commosse molti Lombardi e Toscani a penitenzia.
Nel detto
anno, per le feste della Nattività di Cristo, un frate Venturino da Bergamo
dell'ordine de' predicatori d'età di XXXV anni, di picciola nazione, per sue
prediche recòe a penitenzia molti peccatori micidiali e rubatori, ed altri
cattivi uomini de la sua città e di Lombardia. E per le sue efficaci prediche
commosse ad andare a la quarentina a Roma e al perdono più di diecimila
Lombardi gentili uomini e altri, i quali tutti vestiti quasi dell'abito di
santo Domenico, cioè con cotta bianca e mantello cilestro o perso, e in sul
mantello una colomba bianca intagliata con tre foglie d'ulivo in becco; e
venieno per le città di Lombardia e di Toscana a schiere di XXV o XXX, e ogni
brigata con sua croce innanzi gridando pace e misericordia; e giugnendo ne le
cittadi si rassegnavano prima a la chiesa de' frati predicatori, e in quella
dinanzi a l'altare si spogliavano da la cintola in su, e si batteano un pezzo
umilmente. E ne la nostra città di Firenze fu loro fatte grandi elimosine, che
per le devote genti, uomini e donne, ogni dì erano messe tavole, e piena tutta
la piazza vecchia di Santa Maria Novella, ove ne mangiavano per volta Vc o più
ben serviti; e così durò XV dì continui, come passavano a Roma. Infra 'l detto
tempo fue in Firenze il detto frate Venturino, e predicò più volte; e a le sue
prediche traeva tutto 'l popolo di Firenze quasi come a uno profeta. Le dette
sue prediche non erano però di sottili sermoni né di profonda scienzia, ma
erano molto efficaci e d'una buona loquela e di sante parole, dicendole molto
dubbiose e acentive a commuovere genti, quasi affermando e dicendo: “Quello
ch'io vi dico sappia, e non altro; ché Dio così vuole”. Andonne a Roma co'
detti pellegrini, e co·molti altri di Toscana che 'l seguiro, che fue
innumerabile popolo con molta onestà e pazienzia. E poi da Roma andòe a Vignone
al papa il detto frate Venturino per impetrare grazia di perdono a chi·ll'avea
seguito. In corte, o per invidia o per altra sua presunzione, fu acusato al
papa, e apostili più articoli di peccati e di resia, de' quali fue disaminato,
e fatta inquisizione, e fu trovato buono Cristiano e di santa vita; ma per la
sua presunzione, e perché diceva che non era niuno degno papa se non stesse a
Roma a la sedia di san Piero, e per tema ch'ebbe il papa che per le sue
prediche non comovesse il popolo cristiano, sì·lli diè i confini a dimorare a
Frisacca, una terra nelle montagne di Ricordana, e comandolli che non
confessasse persona, né predicasse a popolo. E questi sono i meriti c'hanno le
sante persone da' prelati di santa Chiesa; overo che fue giusto per temperare
la soperchia ambizione del frate, tutto ch'adoperasse con buona intenzione.
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