XXV
Come
cominciò l'abassamento de' Tarlati d'Arezzo, e come fue tolto loro il Borgo a
Sansipolcro.
Nell'anno di
Cristo MCCCXXXV, essendo messer Piero Saccone de' Tarlati d'Arezzo, fratello
che fu del valente vescovo d'Arezzo, di cui adietro in più luogora avemo fatta
menzione, co' suoi fratelli e consorti segnori al tutto d'Arezzo, e de la Città
di Castello, e del Borgo a Sansipolcro, e di tutte loro castella, e di quelle
di Massa Tribara, dominando come tiranni infino nella Marca, e avendo disertato
Nieri d'Uguiccione da Faggiuola, e i conti da Montefeltro, e quegli da Montedoglio,
e la casa delli Ubertini, e il vescovo d'Arezzo delli Ubertini e' figliuoli di
Tano da Castello, e più altri baroncelli del paese, ghibellini e guelfi, per
segnoreggiare tutto; e per loro presunzione, presa la città di Cagli, nella
quale i Perugini cusavano alcuna ragione, e perché contro a' Perugini teneano
la Città di Castello, i Perugini co' detti Ghibellini segretamente feciono lega
e compagnia e con messer Guiglielmo segnore di Cortona, e dando a Nieri da
Faggiuola di loro genti, e per trattato fatto con Ribaldo da Montedoglio
cognato de' Tarlati, che per loro tenea il Borgo a Sansipolcro, entròe il detto
Nieri nel detto Borgo con CC cavalieri e Vc pedoni a dì VIII d'aprile del detto
anno, e prese la terra, salvo la rocca, che·ssi tenne infino a dì XX d'aprile,
nella quale era messere Uberto di Maso de' Tarlati; e vegnendo gli Aretini
co·lloro sforzo per soccorrella, i Perugini con tutta loro lega e forza vi
fuoro più grossi e possenti, sì che al tutto rimasono segnori della terra e
della rocca, la quale s'arendé loro, salve le persone. E questo fue il
cominciamento de la loro rovina e abassamento.
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