XXVIII
Come i
Perugini furo sconfitti da li Aretini.
Nel detto
anno, a dì VIII di giugno, avendo i Perugini e i loro collegati presa grande
baldanza sopra li Aretini per la rubellazione del Borgo a Sansipolcro, col
segnore di Cortona in quantità di VIIIc cavalieri e Vm pedoni erano partiti di
Cortona e intrati in sul contado d'Arezzo guastando la contrada di Valdichiana.
Messer Piero Saccone segnore d'Arezzo uscito di Castiglione Aretino con Vc
cavalieri di sue masnade e pedoni assai, venne arditamente contro a Perugini, i
quali, veggendo li Aretini, si cominciarono a ricogliere verso Cortona male
ordinati e peggio capitanati. Li Aretini, intra' quali avea di buoni capitani
di guerra, veggendo il loro male reggimento, assaliro vigorosamente i cavalieri
di Perugia ch'erano ischierati in sulla strada alla guardia de' guastatori, e
dopo la prima afrontata alquanto ritenuta i cavalieri perugini furono rotti e
sconfitti, e rimaservi de' cavalieri pur de' migliori cittadini e forestieri da
C tra presi e morti, e più di CC pedoni, e seguendo la caccia infino a le porte
di Cortona; e se non fosse il refugio della terra, pochi ne sarebbono scampati.
E ciò fatto, li Aretini cavalcaro guastando e ardendo in sul contado di Perugia
per V dì, e fuoro infino a le forche di Perugia presso a la città a due miglia;
e per diligione de' Perugini v'impiccarono de' Perugini presi colla gatta,
overo muscia, al lato, e colle lasche del lago infilzate pendenti dal braghiere
dell'impiccati. Per la qual cosa i Perugini molto aontati, non feciono come
genti isbigottiti né sconfitti; ma subitamente raunaro danari, e mandaro in
Lombardia per M cavalieri tedeschi, i quali erano stati delle masinade del re
Giovanni, molto buona gente, i quali erano di poco partiti di Parma, quando si
rendé a messere Alberto e Mastino, e chiamavansi i cavalieri de la Colomba;
però che s'erano ridotti a la badia de la Colomba in Lombardia e ne la
contrada, vivendo di ratto e sanza soldo. E quelli soldati vennero a Perugia,
co' quali, co' Perugini, e coll'aiuto de' Fiorentini, che incontanente saputa
la sconfitta mandarono a Perugia CL cavalieri colla 'nsegna del Comune di Firenze
feciono apresso di gran cose contra li Aretini, come per lo inanzi leggendo si
potrà trovare. E in questo tempo, a dì XV di giugno, passando per Firenze da CL
balestrieri genovesi, i quali andavano ad Arezzo in servigio di messer Piero
Saccone, che·lli mandavano i parenti della moglie ch'era de li Spinoli di
Genova, andando al dilungo per la terra con bandiere levate, e colle
sopransegne imperiali e ghibelline, i fanciulli e' garzoni e popolo minuto di
Firenze a grido li seguiro fuori della porta, e tutti li rubaro e presono e
fediro, sicché non potero andare al servigio delli Aretini, e tornarsi a
Genova; e convenne che i mercatanti di Firenze ch'aveano a fare in Genova
mendassero loro il danno ricevuto. De la qual cosa, e de' cavalieri che' Fiorentini
mandaro loro subitamente sanza richesta, i Perugini ebbono molto a grado da'
Fiorentini, che per lo sùbito avenimento della sconfitta erano molto
sbigottiti; e per questo piccolo soccorso presono vigore e conforto per lo modo
detto di sopra, e 'l consiglio de' Perugini ordinòe di trovare moneta per via
di gabelle al modo di Firenze, onde soldaro i detti M cavalieri.
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