XXX
Come la
città di Parma e di Reggio s'arendero a' segnori della Scala, e quello che di
ciò seguitò.
Nel detto
anno, avendo la lega di Lombardia co' cavalieri di Firenze (e al continuo n'avea
al loro servigio CCCCL) molto aflitta la città di Parma, dapoi ch'ebbono il
castello di Colornio, come adietro facemo menzione, Orlando e messer Marsilio
de' Rossi di Parma, che teneano la segnoria della terra, trattato feciono con
messer Azzo Visconti da Milano di darli Parma e Lucca; per la qual cosa messer
Mastino e li altri segnori de la lega e' Fiorentini si turbaro molto, e
ordinaro parlamento... e tutti vi fuoro, e messer Azzo a Solcino, e molto
isdegno si scoperse allora tra messer Azzo e messer Mastino, che messer Azzo
pur volea seguire la 'mpresa. I Fiorentini temendo di Lucca, che non venisse a
le mani di messer Azzo, e confidandosi più di messer Mastino per le impromesse
fatte a·lloro di rendere loro Lucca, antipuosono con ogni opera e coll'aiuto
delli altri allegati di levare messer Azzo dal suo proponimento, e di paciarlo
con messer Mastino, e dopo molti trattati s'accozzaro insieme in sul fiume del
Leglio, e rimisesi la questione nelli ambasciadori di Firenze, i quali
accordaro che Parma fosse di messer Mastino, e la lega atasse a messer Azzo
acquistare Piagenza e il borgo a San Donnino. E ciò fatto, e confermato per
solenni strumenti, i Rossi di Parma, non aspettando soccorso dal re Giovanni,
trattaro concordia con messer Mastino e con la lega, mosso prima il trattato
per Ispinetta marchese, e poi seguito e tratto a fine per mano di messere
Marsilio da Carrara di Padova loro zio; e in tutto si rimisono i·llui, e
rendero la città di Parma a messer Mastino e a messer Alberto de la Scala con
promesse di larghi e grandi patti, lasciando loro Pontriemoli e più castella in
parmigiana, e promissione di lasciarli i maggiori cittadini di Parma, e che
avessono dal Comune annualmente per loro provisione grande quantità di moneta,
in quantità di Lm fiorini d'oro. E elli promisono a meser Mastino d'aoperare
con effetto con messer Piero Rosso loro fratello, il quale tenea la città di
Lucca per lo re Giovanni, di farliele rendere, acordandosene per certa quantità
di moneta col detto re. E questi patti di Lucca, dicea messer Mastino, facea a
petizione del Comune di Firenze, per osservare i patti della lega, e così ne
scrisse al detto Comune di Firenze, e continuo dicea a li ambasciadori de'
Fiorentini ch'erano intorno di lui a Verona, e quando di ciò mancasse messer
Piero Rosso, sarebbono di sua gente al servigio de' Fiorentini atare acquistare
Lucca Vc cavalieri e tutte queste promesse erano inganno. Ebbono la possessione
della città di Parma i segnori della Scala di Verona a dì XXI di giugno il
detto anno MCCCXXXV, e entròvi messer Alberto de la Scala con VIc cavalieri,
però che messer Mastino per alcuno disagio di sua persona preso a Colornio se
n'era ito a Verona; e al cominciamento quelli della Scala osservaro largamente
i patti a' Rossi di Parma infino che ebbono la possessione di Lucca. Essendo
renduta la città di Parma a messer Mastino, poco apresso i segnori da Fogliano,
che teneano la città di Reggio, per non avere adosso l'oste della lega, cercaro
trattato con messer Mastino, e con certi patti rendero la città di Reggio a dì
IIII di luglio del detto anno, a meser Mastino, il quale incontanente la
rinvestì e diede a quelli da Gonzaga segnori di Mantova, com'era in patti de la
lega, riconoscendola da·llui per omaggio, dandogline ogn'anno uno falcone pellegrino,
il quale li doveano mandare a Verona.
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