XXXIV
Come si
rubellò Grosseto a' Sanesi, e poi il riebbono per danari.
Nel detto
anno, a dì XXVIII di luglio, essendo Batino segnore di Grosseto per tirannia,
sì come il più possente cittadino di quella, stato più tempo in Siena a' confini
e quasi in cortese pregione (però che i Sanesi li aveano tolto Grosseto
tortevolemente e a inganno, e in Siena il teneano per paura) il detto Batino si
partì celatamente di Siena, e rubellò Grosseto. Per la qual cosa a' Sanesi
surse assai guerra in picciol tempo, per la qual cosa i Sanesi incontanente
feciono oste a Grosseto con molto dispendio e mortalità di loro gente per lo
pestilenzioso luogo. E essendo ad oste infino a dì VIII di novembre, per certo
falso trattato di que' d'entro fu data a' Sanesi una porta de la città, e rotto
alquanto del muro; e intrato dentro il conte Marcovaldo de' conti Guidi loro
capitano di guerra con più di CCC uomini, com'era ordinato, fuoro rinchiusi e
quasi tutti presi; e di grande aventura scampòe il conte. E raforzata l'oste
de' Sanesi, Batino essendo andato a Pisa per soccorso, da' Pisani ebbe aiuto
de' cavalieri, e ancora per suoi danari soldò cavalieri, sì che menò i·Maremma
Vc cavalieri, e francamente levò da oste i Sanesi e villanamente, che lasciaro
tutto il loro campo e arnesi, e misonsi in fuga. E poi co' detti cavalieri
corse Batino tutte le terre de' Sanesi di Maremma infino al bagno a Petriuolo,
levando grandi prede; e ciò fu a dì XXVI di novembre del detto anno. Ma poi i
Sanesi trattarono acordo col detto Batino, e promisonli Xm fiorini d'oro, e
elli rendesse loro Grosseto, a dì XXVI di luglio MCCCXXXVI; ma rupporli
dislealmente la 'mpromessa, che non li pagaro che·lla prima paga di Vm fiorini
d'oro; e così fue ingannato il tiranno tirannescamente.
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