XXXV
Come i
Sanesi per inganno presono la città di Massa, e ruppono pace a' Pisani.
Ancora nel
detto anno tegnendo i Fiorentini la guardia della città di Massa in Maremma per
l'acordo fatto da' Pisani a' Sanesi per lo vescovo di Firenze, come adietro
facemo menzione, l'anno MCCCXXXIII, e essendovi per podestà Teghia di meser
Bindo de' Bondelmonti e per capitano Zampaglione de' Tornaquinci, la setta de'
cittadini ch'amavano i Sanesi, e per loro trattato, cominciarono il romore e
battaglia nella città, e abarrarsi ne la terra; e la parte de' Sanesi
s'accostaro col detto Zampaglione loro capitano, e dissesi per corruzzione di
moneta. Incontanente vi cavalcaro i Sanesi popolo e cavalieri, e entraro ne la
terra da la parte di sopra ov'era la forza della loro setta. I Fiorentini vi
mandaro allora il loro vescovo e altri ambasciadori per acquetare la terra, ma
neente v'adoperaro per la forza de' Sanesi ch'aveano presa gran parte de le fortezze
de la città; e convenne per forza ch'al tutto fossono segnori de la terra, e
cacciarne i caporali amici de' Pisani; e ciò fu a dì XXIIII d'agosto del detto
anno. Per la qual cosa i Pisani si turbaro molto contro a' Sanesi, perch'aveano
loro rotta pace, e però diedono i·loro soccorso de' cavalieri a Batino di
Grosseto contro a' Sanesi, come detto avemo. Ma più si dolfono de' Fiorentini,
perché s'erano fidati di loro, e data in guardia la città di Massa, ed erano
mallevadori della pace sotto pena di Xm marchi d'argento, con tutto che noi
sapemo di vero che' Fiorentini non ci usaro frode né inganno contra' Pisani, ma
falliro in negligenza di non mandare la forza de' loro cavalieri al soccorso
della podestà di Massa, e non puliro il capitano loro cittadino, il quale si
disse che fu colpevole della rivoluzione della città.
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