XL
Come
messer Mastino della Scala ebbe la città di Lucca.
Nel detto
anno MCCCXXXV, in calen di novembre, dopo molti trattati fatti per Orlando
Rosso con messer Mastino de' fatti di Lucca, sempre con parole e promesse di
farlo ad istanza de' Fiorentini, tanto si menò il trattato, che messer Piero
Rosso, il quale n'avea la possessione, non si potéo più difendere da' fratelli,
e mal volontieri andòe a Verona, e aconsentì di dare a messer Mastino la
segnoria di Lucca. E così ebbe messere Mastino della Scala la posessione e la
segnoria de la città di Lucca e del contado per mano d'Orlando e di messer
Piero de' Rossi di Parma, com'erano state fatte le convenenze quando renderono
Parma, come dicemo adietro. E partissi messer Piero Rosso a dì XX di dicembre
del detto anno de la città di Lucca, e andossene a Pontriemoli, che di patti
rimase a' Rossi con più altre castella in parmigiana per lo modo detto; e in
Lucca rimase poi vicario per meser Mastino meser Giliberto tedesco con Vc
cavalieri, e sempre dando meser Mastino falsa speranza a' Fiorentini per sue
lettere, e dicendolo e promettendolo e giurandolo a' loro ambasciadori, ch'al
continuo il seguivano per cagione di ciò, di rendere al Comune di Firenze la
città e contado di Lucca com'erano i patti de la lega, quando avesse riformata
la terra in buono stato; de la quale promessa fallì sì come fellone e
traditore, e i Rossi di Parma tradì e disertò, come inanzi faremo menzione, sì
come falso e disleale tiranno, che s'avea conceputo con disordinata e folle
covidigia e malvagio consiglio che per la città di Lucca e per la sua forza
avere la signoria di tutta Toscana, come inanzi per li suoi esordi e processi
si potrà trovare; per lo quale tradimento nacquero diverse e maravigliose
novità e mutazioni in Lombardia e in Toscana ordinate per li Fiorentini.
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