XLII
Come ne la
città di Pisa ebbe battaglia, e furone cacciati certa parte.
Nel detto
anno e tempo, essendo la città di Pisa in grande setta e divisione, che l'una
parte era il conte Fazio con la maggiore parte de' popolani che reggeano li
ufici de la città, l'altra setta erano i non reggenti, ond'erano capo messer
Benedetto e messer Ceo Maccaioni de' Gualandi, e certi de' Lanfranchi e più
altri grandi, e Cola di Piero Bonconti e più altri popolani, i quali ordinarono
cospirazione in Pisa per abattere il conte e i reggenti suoi seguaci, con
trattato di messer Mastino de la Scala, che·lli aveano promessa la signoria di
Pisa, e elli dovea loro mandare le sue forze de' cavalieri da Lucca. La quale
cospirazione partorì romore e battaglia cittadina, che a dì XI di novembre del
detto anno i detti de' Gualandi e' loro seguaci con armata mano assalirono la
podestà di Pisa e cacciarlo di Pisa e rubarlo, e arsono tutti li atti e
scritture di Comune, e ruppono le pregioni e liberaro i presi. E poi ne la piazza
di San Sisti tutto il dì combattero li anziani e il conte e il popolo di Pisa,
ch'erano raunati armati in su la piazza de li anziani. E non potendo resistere
al popolo si ridussero la sera al capo del ponte a la Spina a la porta de le
Piagge, e quivi s'aforzaro con barre e serragli aspettando il loro soccorso da
Lucca da messer Piero Rosso, il quale mandava loro CCCC cavalieri e popolo
assai; e già erano presso del castello d'Asciano; sentendolo il conte e il
popolo dubitando loro venuta afrettaro la battaglia la notte con fuoco mettendo
e con molto saettamento, e promettendo a' loro soldati tedeschi e italiani paga
doppia; i quali gran parte scesi de' cavalli manescamente combattero, e per
forza d'arme la notte medesima cacciarono i rubelli de la città; che s'avessero
indugiato il romore, o sostenuto la notte infino a la mattina che il loro
soccorso da Lucca fosse giunto a Pisa, elli avrebbono vinta la città, e messer
Mastino n'era segnore. Sentendosi la novella in Firenze, i Fiorentini mandaro
incontanente CCC cavalieri di loro masnade a Montetopoli in servigio del conte
e delli anziani di Pisa per soccorrella: per lo sùbito riparo non bisognaro,
ringraziandone per loro ambasciadori molto i Fiorentini; con tutto che per la
loro ingratitudine poco tempo il tennero a mente i Pisani, come per inanzi
leggendo si troverà. Poi i Pisani a dì XV di dicembre fecero il conte Fazio
loro capitano di guerra, e crebbono le masnade de' soldati infino D e Vc a piè
a la guardia de la terra, e isbanditi per ribelli i loro nemici, e disfecero i
beni loro, i quali se n'andaro a Lucca; e aforzaro i Pisani di fossi e di
steccati Quinzica e 'l borgo di San Marco, e la porta a le Piagge e il ponte a
la Spina di ponti e catene, e tagliarono le vie di Lucca, e fecionvi bertesche
e ponti e levatoi assai.
|