XLVIII
Come il
Comune di Firenze ricominciò guerra a' segnori d'Arezzo.
Nelli anni di
Cristo MCCCXXXVI, a dì XIIII d'aprile, sentendo i Fiorentini che messer Piero
Saccone de' Tarlati segnore d'Arezzo tenea trattato con messer Mastino della
Scala di fare con lui lega e compagnia, e di ricevere in Arezzo la sua gente e
cavalleria per difendersi, e fare guerra a' Fiorentini e a' Perugini, e al
continuo erano in Arezzo suoi ambasciadori, sì·ssi diliberò in Firenze di
cominciare aperta guerra a la città d'Arezzo; e il detto dì si sbandiro le
strade. Chi disse che i Fiorentini ruppono la pace alli Aretini fatta l'anno
MCCCXVI per lo re Ruberto indebitamente, e non si convenia a la magnificenza
del Comune di Firenze rompere pace a li Aretini, se prima per loro non fosse
mossa guerra apertamente; e chi disse che non era rompimento di pace a l'offese
fatte per loro a' Fiorentini in dare sempre aiuto a Castruccio e a li altri
nimici del Comune di Firenze, e al presente legarsi con messer Mastino fatto
loro nemico, e datali la signoria d'Arezzo. Vedendo li Aretini che 'l Comune di
Firenze volea cominciare loro apertamente guerra, per levarsi il furore
d'adosso sì cercaro per più trattati d'avere concordia co' Fiorentini e co'
Perugini; i quali trattati tornaro tutti in vano, però ch'erano con inganno;
che' signori d'Arezzo al continuo atendeano grossa gente da messer Mastino, e
vennono infino a Forlì in Romagna più di VIIIc cavalieri; per la qual cagione i
Fiorentini mandaro in Romagna di loro masnade VIc cavalieri, e con l'aiuto de'
Bolognesi e de li altri Guelfi romagnuoli fuoro più di XIIc di cavalieri; e
tutta la detta state stettono in Romagna a la guardia de' passi, per modo che
la gente di messer Mastino per nullo modo potero passare ad Arezzo. E infra
questo tempo i Fiorentini feciono cavalcata sopra la città d'Arezzo di VIIc
cavalieri e popolo assai a dì III di luglio del detto anno. E i Perugini da
l'altra parte col loro sforzo infino a le porte d'Arezzo, acozzandosi le dette
due osti, faccendo grande guasto di biade, ed arsione di posessioni nel contado
d'Arezzo e intorno a la città, dimorandovi ad oste sanza alcuno contasto infino
a dì VIII d'agosto con gran danno de li Aretini. E in questo anno, il maggio
passato, a petizione de' Perugini e con la loro forza, i Guelfi di Spuleto
cacciaro i Ghibellini della città di Spuleto.
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