L
La lega
tra 'l Comune di Vinegia e di Firenze.
MCCCXXXVI,
indizione IIII, a dì XXI di giugno, la lega tra 'l Comune di Vinegia e di Firenze
fu fatta a Vinegia per li sindachi de' detti Comuni con questi patti.
In prima
fecero tra·lloro lega, compagnia e unità, la quale duri dal detto dì infino a
la festa di san Michele di settembre che viene, e da la detta festa ad uno
anno;
e che per li
detti Comuni si soldino IIm cavalieri e IIm pedoni al presente, i quali steano
a far guerra in trevigiana e veronese; e quando parrà a' detti Comuni, se ne
soldino maggiore quantità;
e che tutte
le mende de' cavalli e ogni spesa che occorresse si debbiano pagare
comunemente;
e che per la detta guerra fare si debbia tenere uno capitano di guerra a comuni
spese;
e che per lo
Comune di Firenze si mandino uno o due cittadini a stare a Vinegia o dove
bisognerà, e abbiano balìa con quelli che·ssi eleggeranno per lo Comune di
Vinegia di crescere e menomare i detti soldati come a·lloro parrà, e a potere
spendere per fare rubellare le terre che si tengono sotto la segnoria di quelli
de la Scala;
e che sia
licito al Comune di Vinegia e di Firenze possano tenere per fare la detta
guerra due cittadini e sue bandiere, come a' detti Comuni piacerà; e abbia il
capitano de la guerra pieno arbitrio; e che per tempo di tre mesi, anzi la fine
de la detta lega, si convengano insieme ambasciadori de' detti Comuni a prolungare
o non prolungare la lega predetta;
e che il
Comune di Firenze faccia viva guerra a la città di Lucca; e s'ella s'avesse,
facciano guerra a Parma;
e che i detti
Comuni, o alcuno di quelli, non faranno pace, triegua, o terranno alcuno
trattato con quelli de la Scala, se non fosse di coscienza e di volontà di
ciascuno di detti Comuni.
Questi patti
traemo de li atti del nostro Comune. E ferma la detta lega, fu piuvicata in
Vinegia e in Firenze in uno medesimo dì, XV di luglio de la detta indizione, in
pieni parlamenti con grande festa e allegrezza in ciascuna de le dette cittadi.
E nota, lettore, che questa fue la più alta impresa che mai avesse fatta il
Comune di Firenze, come si potrà trovare apresso; e ancora che ciò fue una
grande maraviglia per più ragioni, a legarsi il Comune di Vinegia con quello di
Firenze: prima, che non si truova che 'l Comune di Vinegia s'allegasse mai
co·neuno Comune o segnore, per la loro grande eccellenza e signoria, se non a
l'antico conquisto di Gostantinopoli e di Romania, e dall'altra parte i
Viniziani naturalmente sono stati d'animo imperiale e Ghibellini, e' Fiorentini
d'animo di santa Chiesa e Guelfi; ancora, stati i Fiorentini contro a'
Viniziani in servigio de la Chiesa, quando fuoro sconfitti a Ferrara, com'è
fatto menzione adietro, l'anno MCCC... Onde apertamente si manifesta che ciò
fue permissione divina per abattere la superbia e tirannia di quelli de la
Scala, i quali erano i più trascotati due fratelli, Alberto e Mastino, felli e
dileggiati con ogni abominevole vizio che fossono in tutta Italia, montati per
la fallace e ingannevole felicità mondana in poco tempo in sì alto soglio, e in
sì alto stato e segnoria, non degna a·lloro né per senno né per meriti; onde
s'adempié i·lloro le parole del santo Vangelio dette per lo santo Spirito per
la bocca in persona de la nostra Donna: “Fecit potentiam in bracchio suo,
dispersit superbos mente cordis sui, deposuit potentes de sede, et exaltavit
humiles”: per certo così avenne, come leggendo si potrà trovare.
E piuvicata la
detta lega, i Viniziani fecero loro ordini sopra la detta guerra, come parve
loro si convenisse; e' Fiorentini elessono X savi cittadini mercatanti, e de le
maggiori compagnie di Firenze, con piena balìa a trovare moneta e fornire la
detta guerra; e asegnato loro CCLm di fiorini d'oro per anno sopra certe
gabelle, radoppiandole gran parte. E per cagione che 'l nostro Comune in questo
tempo, per le guerre e spese fatte per adietro, si trovò indebitate le gabelle
e l'entrate del Comune per lo tempo a venire in più di Cm fiorini d'oro, e
danari bisognavano maneschi per fornire la detta impresa; i detti X officiali
sopra i fatti di Vinegia, col consiglio d'altri mercatanti savi e sottili a ciò
fare, e intra' quali altri noi fummo di quelli, si trovò modo che le compagnie
e' mercatanti di Firenze prendessono sopra loro lo 'ncarico di fornire di
moneta per la detta impresa, infino a guerra finita, in questo modo: ch'elli
ordinaro fra loro una taglia di Cm fiorini d'oro, il terzo prestare le dette
compagnie a Comune, e le due parti stribuiti tra altre ricchezze e cittadini a
prestare sopra le dette gabelle assegnate a certi termini inanzi, quali d'uno
anno, e quali in più, come veniano i pagamenti de le dette gabelle; e chiunque
prestasse sopr'esse al Comune, avesse di guiderdone libero e sanza tenimento di
restituzione a ragione di XV per C l'anno; e chi non volesse credere al Comune
sopra le dette gabelle, prendesse la sicurtà e iscritta libera da le dette
compagnie e mercatanti, e avesse di guiderdone a ragione di otto per cento
l'anno; e quelli che faceano la sicurtà per lo Comune sopra loro aveano de la
detta scritta e promessa V per C; e qual uomo avea de la detta prestanza e non
era mobolato, sì che non potea prestare né al Comune né la scritta de le compagnie,
trovava chi prendea il debito sopra sé, avendo a ragione di XX per C; e così si
civia ciascuno: per lo detto modo si fornì la spesa onoratamente per lo nostro
Comune. E quando fuoro spesi i detti Cm fiorini d'oro de la prima taglia, si
ricominciavano da capo per simile modo, mandando a Vinegia ciascuno mese, come
bisognava per li soldi de' cavalieri e pedoni che forniano la guerra. E a
Vinegia dimoravano al continuo due savi e discreti cittadini a fornire le dette
paghe, e provedere le condotte de' soldati; e simile per lo Comune di Vinegia;
e due altri ambasciadori, uno cavaliere e uno giudice, a stare continui in
Vinegia col dogi e col suo consiglio a dare ordine a la guerra; e due altri
cavalieri militanti stare per ciascuno di detti Comuni ne l'oste, col consiglio
del capitano de la guerra. Questo in somma fue l'ordine del fornire de la
guerra ordinata per la detta lega, e altro modo non ci avea. E questo per li
savi fu molto comendato. E di presente, piuvicata la lega, v'andaro di Firenze
M pedoni tutti soprasegnati di soprasberga bianca col segno di san Marco e del
giglio vermiglio; e di Romagna v'andòe la nostra cavalleria, che v'era stata a
la guardia del passo com'è detto adietro, che fuoro da VIc cavalieri, ond'era
capitano messer Pino de la Tosa, e messer Gerozzo de' Bardi: e in Vinegia se ne
soldaro di presente per li detti Comuni MD tra Tedeschi e altri oltramontani, e
pedoni assai, e miserli in su la trevigiana a cominciare la guerra. E di quelli
giorni si rubellò a quelli de la Scala per quelli da Camino il castello
d'Ovreggio, non essendovi ancora la nostra gente, né avendovi ordine d'oste o
di capitano di guerra. Messer Alberto de la Scala di sùbito vi cavalcò da
Trevigi con M cavalieri, e combattendo il racquistò con gran danno di coloro che·ll'aveano
rubellato. Lasceremo alquanto de la guerra cominciata in Trivigiana, e diremo
de' fatti di Toscana conseguenti per la detta guerra.
|