LVII
Come i
Viniziani tolsono le saline di Padova a mesere Mastino della Scala.
In questo
anno, essendo la nostra oste e di Viniziani, ch'era accampata alla bastita e nuova
terra di Bovolento, cresciuta in quantità di più di IIIm cavalieri, quasi i più
Todeschi al soldo de' detti II comuni, e più di Vm pedoni, i Viniziani
mandarono loro oste con grande navilio e barche imborbottate e molti difici da
battaglia da Chioggia alle saline di Padova, le quali teneva meser Mastino, e
avevavi su fatte due fortezze, ov'erano bastite, quasi come due castella di
legname con molto guernimento e gente d'arme alla difesa. E sentendo ciò meser
Mastino e messere Alberto ch'erano in Padova con più di IIIm cavalieri e popolo
grandissimo, uscirono di Padova per venire alla difesa delle dette saline;
messere Piero Rosso con tutta la nostra oste e de' Viniziani gli si fece
incontro schierato per combattere, e credettesi a·ccerto che·ssi combattesse, e
per tre dì se ne fece in Firenze e in Vinegia solenni processioni con grandi
obligazioni e prieghi a·dDio, che·cci desse la vittoria. Il Mastino non si
volle recare a battaglia; onde i Viniziani, a cui toccava la detta causa delle
saline, ed era la principale cagione della loro impresa, vigorosamente
combatterono le dette bastite, e per forza l'ebbono a dì XXII di novembre del
detto anno; onde abassò molto l'orgoglio del Mastino e de' suoi. E poi a dì XVI
di dicembre vegnente CCCC cavalieri di quelli di mesere Mastino ch'andavano a
Monselici furono rotti e sconfitti da' nostri, ch'erano usciti di Bovolento
loro incontro.
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