LXII
Come per
ordine di mesere Mastino volle esere morto mesere Piero Rosso a Bovolento per
rompere l'oste nostra.
All'uscita
del mese di marzo, cominciando l'anno MCCCXXXVII, essendo mesere Piero Rosso
capitano dell'oste nostro e de' Viniziani all'asedio di Padova a Bovolento, per
trattato di Messer Mastino da certi conestaboli tedeschi ch'erano nell'oste,
con séguito di mille cavalieri, volle esere tradito e morto; ma come piacque
a·dDio, si scoperse il trattato, e non vegnendo loro fatto, si partirono e
missono fuoco nel campo, e arsene gran parte; per la qual novità fu grande
scompiglio alla nostra oste. Ma il valentre meser Piero per l'accidente
occorso, poco ismosso dagli aguati della fortuna, non dubitando; ma a dì V
d'aprile apresso con IIIm cavalieri cavalcò subitamente infino alle porte di
Trevigi, e fece loro gran danno di preda e d'arsione, lasciando a guardia del
campo a Bovolento M cavalieri. E nota che in quelli tempi all'asedio di Padova
avea al soldo de' Fiorentini e Viniziani Vm uomini a cavallo con barbute, sanza
quelli da·ppiè ch'erano grande quantità, sanza l'oste che in que' tempi il
Comune di Firenze fece sopra la città di Lucca, come faremo menzione nel
seguente capitolo; che considerato lo stato d'Italia, la città di Firenze
mostrò con effetto gran potenza. In questi tempi, a dì XIIII di maggio, si rifermò
la lega da·nnoi a' Viniziani cogli altri Lombardi contro a meser Mastino;
e·ll'avogaro di Trevigi per soperchi ricevuti si rubellò da meser Mastino col
suo forte Castello Nuovo, e venne in persona a Vinegia per allegarsi coll'altra
lega.
|