LXVII
Di novità
fatte in questi tempi in Firenze, e di grande dovizia fu di vittuaglia.
Ritornando
alquanto adietro per seguire l'ordine del tempo nel nostro trattato, all'uscita
di giugno del detto anno MCCCXXXVII nacquero in Firenze VI lioncini della
lionessa vecchia e delle due giovani sue figliuole. La qual cosa secondo
l'agurio delli antichi pagani fu segno di grande magnificenzia della nostra
città di Firenze; e certo in questo tempo e poco apresso fu in grande colmo e
potenzia, come leggendo poco apresso si potrà trovare. De' detti piccoli lioni
alquanto cresciuti il Comune di Firenze ne fece presenti a più Comuni e signori
loro amici. E nel detto anno, a dì XXVIIII di luglio, si cominciò a fondare i pilastri
della loggia d'Orto Sammichele di pietre conce, grossi e ben formati, ch'erano
prima sottili, e di mattoni, mal fondati. Furonvi a·cciò cominciare i priori e
podestà e capitano con tutto l'ordine delle signorie di Firenze con grande
solennità; e ordinarono che di sopra fosse un grande e magnifico palazzo con
due volte, ove si governasse e guardasse la provisione del grano ogn'anno per
lo detto popolo. E·lla detta opera e fabrica si diè in guardia all'arte di
porta Santa Maria, e diputossi al lavorio la gabella della piazza e mercato del
grano e altre gabellette di piccole entrate a tale impresa, a volerla tosto
compiere. E ordinossi che ciascuna arte di Firenze prendesse il suo pilastro, e
in quello facesse fare la figura di quel santo in cui l'arte ha riverenza; e
ogni anno per la festa del detto santo i consoli della detta arte facessono co'
suoi artefici offerta, e quella fosse della compagnia di Santa Maria d'Orto San
Michele per dispensare a' poveri di·dDio; che·ffu bello ordine e divoto e
onorevole a tutta la città. In quel tempo la notte del dì XXX di luglio, che 'l
dì era tornata l'oste da Lucca, s'aprese il fuoco Oltrarno in via IIII Leoni, e
arsonvi III case con gran danno. E·lla notte medesima s'aprese nel monistero
delle donne della Trinita in campo Corbolino, e arse il loro dormentoro. In
questo anno in Firenze e d'intorno in Toscana fu grande dovizia e abondanza di
vettuaglia, e in Firenze valse lo staio del grano al colmo soldi VIII di soldi
LXII il fiorino dell'oro, che·ffu disordinata viltà al corso usato, e a
interesso di coloro ch'avieno le posessioni, ed eziandio di lavoratori di
quelle; ma poco tempo apresso ne fu vendetta di grande carestia, come inanzi
faremo menzione.
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