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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro primo
      • XXXII     Come Catellina e' suoi seguaci furono sconfitti da' Romani nel piano di Piceno.
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XXXII

 

 

Come Catellina e' suoi seguaci furono sconfitti da' Romani nel piano di Piceno.

 

Sentendo Catellina che' Romani venieno per asediarlo nella città di Fiesole, e già era Antonio e Preteius con loro oste nel piano di Fiesole in su la riva del fiume d'Arno, e aveano novelle come Metello era già in Lombardia coll'oste sua di tre legioni che venia di Francia, e veggendo che 'l soccorso che aspettava de' suoi ch'erano rimasi in Roma gli era fallito, diliberò per suo consiglio di non rinchiudersi nella città di Fiesole, ma d'andarne in Francia; e però di quella città si partì con sua gente e con uno signore di Fiesole ch'aveva nome Fiesolano, e fece ferrare i suoi cavagli a ritroso, acciò che pattendosi, le ferrate de' cavagli mostrassono che gente fosse entrata in Fiesole e non uscita, per fare badare i Romani a la città, e poterne andare più salvamente. E di notte partito per ischifare Metello, non tenne il diritto cammino dell'alpi, che noi chiamiamo l'alpe di Bologna, ma si mise per lo piano di costa a le montagne, e arrivò di ovoggi la città di Pistoia nel luogo detto Campo a Piceno, ciò fu di sotto ovoggi il castello di Piteccio, per intendimento di valicare per quella via l'alpi Apennine, e riuscire in Lombardia; ma sentendo poi sua partita Antonius e Preteius, incontanente il seguiro co·lloro oste per lo piano, sicché il sopragiunsero nel detto luogo, e Metello d'altra parte fece mettere guardie a' passi delle montagne, acciò che non potesse per quelle passare. Catellina, veggendosi così distretto e che non poteva schifare la battaglia, si mise a la fortuna del combattere egli e' suoi con grande franchezza e ardire, ne la quale battaglia ebbe grande tagliamento di Romani dentro, e di rubelli, e di Fiesolani; a la fine dell'aspra battaglia Catellina fu in quello luogo di Picceno sconfitto e morto con tutta sua gente; e 'l campo rimase a' Romani con dolorosa vittoria, per modo che i detti due consoli, con XX a cavallo scampati sanza più, per vergogna non ardiro tornare in Roma. La qual cosa da' Romani non si potea credere, se prima i sanatori non vi mandaro per vedere il vero; e quello trovato, grandissimo dolore n'ebbe in Roma. E chi questa storia più a pieno vuole trovare legga il libro di Salustio detto Catellinario. I tagliati e' fediti della gente di Catellina scampati di morte della battaglia, tutto fossono pochi, si ridussero ovoggi la città di Pistoia, e quivi con vili abitacoli ne furono i primi abitatori per guerire di loro piaghe. E poi per lo buono sito e grasso luogo multiplicando i detti abitanti, i quali poi edificaro la città di Pistoia, e per la grande mortalità e pistolenza che fu presso a quello luogo, e di loro gente e di Romani, le puosero nome Pistoia; e però nonn-è da maravigliare se i Pistolesi sono stati e sono gente di guerra fieri e crudeli intra·lloro e con altrui, essendo stratti del sangue di Catellina e del rimaso di sua così fatta gente, sconfitta e tagliata in battaglia.

 




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