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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro dodecimo
      • LXXII               Come il re di Francia fece prendere l'Italiani, e piggiorò la sua moneta; e come l'armata del re d'Inghilterra venne in Fiandra.
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LXXII

 

           

Come il re di Francia fece prendere l'Italiani, e piggiorò la sua moneta; e come l'armata del re d'Inghilterra venne in Fiandra.

           

Nel detto anno MCCCXXXVII Filippo di Valos re di Francia, lasciato il suo buono proponimento giurato del santo passaggio d'oltremare, come adietro facemmo menzione, per seguire la guerra cominciata col re d'Inghilterra, per la sua avarizia cominciò a seguire male sopra male; che inn-una giornata, a X d'aprile, per tutto il suo reame subitamente fece prendere tutti l'Italiani, così i mercatantille compagnie di Firenze e d'altre parti come i prestatori a usura, e tutti gli fece rimedire, pognendo a ciascuno certa grande taglia di moneta, e convennela a ciascuno pagare. E fece fare nuova moneta d'oro, che·ssi chiamavano scudi, piggiorando la lega della buona moneta XXV per C, e·lle monete dell'argento all'avenante. E poi fece un'altra moneta d'oro, che chiamò leoni, e poi un'altra che chiamò padiglioni, piggiorando ciascuna e di lega e di corso, per modo che dove il nostro fiorino d'oro, ch'è ferma e leale moneta e di fine oro, valea alla buona moneta ch'era prima in Francia soldi X di parigini inanzi fosse gli anni MCCCXXXVIIII, valse il fiorino d'oro in Francia soldi XXIIII e mezzo di parigini e il quarto più a tornesi piccioli. E poi l'anno MCCCXL fece un'altra moneta nuova d'oro chiamata agnoli, e peggiorolla tanto, e così quella dell'argento, e' piccioli, che 'l nostro fiorino d'oro valse a quella moneta soldi XXX di parigini. Lasceremo alquanto a dire delle corrotte monete del re di Francia, e seguiremo a nostra matera dell'ordine della detta guerra, cioè che poi del mese di luglio vegnente alla festa della Maddalena, com'era ordinato per la lega e giura fatta contro al re di Francia, il Bavero, che·ssi facea chiamare imperadore, venne a Colonia, che vi dovea esere il re d'Inghilterra, il quale per molto affare dell'isola e per la guerra ch'avea di Guascogna fallì la giornata. Fuvi il duca di Brabante, e quello di Ghelleri, e quello di Giulieri, e il conte d'Analdo, e altri signori allegati, e gli ambasciadori del re d'Inghilterra; e a quella asembrea si rifermò la lega, e gli ambasciadori d'Inghilterra per lo re promisono i gaggi e' soldi alli Alamanni e agli altri allegatilla venuta del re in persona alla settembria. Per la qual cosa il detto Bavero e gli altri allegati mandarono disfidando il re di Francia, dicendo di venirlo a vedere insino alla città di Cambragio alla frontiera del reame di Francia, e di tenere campo in su·rreame, e combattere co·llui; del quale sfidamento il re di Francia prese grande sdegno e onta, e providesi di presente di tesoro e d'ordine di cavalieri e di gente d'arme per fornire la sua impresa guerra. E poi conseguente non potendo il re d'Inghilterra passare di qua da mare, come promesso avea alli allegati, per molti affari di e perché venia il verno, volendo fornire la promessa di gaggi, sì mandò CCC cocche e CXX batti a remi armati; in sulla quale armata fu il vescovo Niccola, e il conte di Monte Aguto, e quello di Sofolco, e meser Gianni d'Arsi, signori di gran valore con molta altra buona gente d'arme, e con danari assai e con XIIm sacca di lana de lo re, istimandosi tra monetalle lane DCm di fiorini d'oro e più; e arrivaro alla Suma in Fiandra all'entrante di novembre, e puosonsi all'isola di Gaggiante alla bocca del porto della Suma detto le Schiuse, e in sull'isola scesero parte di loro gente, e co' Fiamminghi che v'erano per lo conte di Fiandra, il quale ubidia il re di Francia, si combatterono; e al principio furono morti dell'Inghilesi ch'erano scesi non proveduti, e in sull'isola del Gaggiante era il fratello bastardo del conte di Fiandra con gente d'arme alla difesa. Sentendo ciò la gente dello stuolo, isceserne in grande abondanza, e quanti Fiamminghi vi trovarono misono a morte; e presono il fratello del conte, e tutta l'isola misono a fuoco e a fiamma. E poi la detta armata non potendo porre alle Schiuse, perché i Fiaminghi ubidiano il conte loro e·rre di Francia, sì n'andarono a Dordette inn-Olanda, e·llà scaricaro, e vennero in Brabante, e tennero parlamento colli allegati, e diedono ordine alla guerra. Sentendo papa Benedetto e' suoi cardinali la 'mpresa della sopradetta guerra, mandò due legati cardinali in Francia al re per mettere accordo da·llui a quello d'Inghilterra; e parlamentato co·llui assai a Parigi, n'andarono verso Inghilterra, e passarono il mare a XXVII di novembre; ma niente adoperaro. Lasceremo alquanto a dire di questa guerra, che assai tosto ce ne converrà dire maggiori cose, e torneremo a dire della nostra guerra col Mastino.

 




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