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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro dodecimo
      • LXXXVIII               Del male stato ch'ebbono la compagnia de' Bardi e quella de' Peruzzi per la detta guerra, e tutta la nostra città di Firenze.
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LXXXVIII

 

           

Del male stato ch'ebbono la compagnia de' Bardi e quella de' Peruzzi per la detta guerra, e tutta la nostra città di Firenze.

           

Nel tempo ch'era la detta guerra da·rre di Francia con quello d'Inghilterra sì erano mercatanti del re d'Inghilterra la compagnia di Bardi e quella di Peruzzi di Firenze, e a·lloro mani venia tutte sue rendite, e·llane e cose; ed ellino forniano tutte le sue spesarie, gaggi, e bisogne; e sopramontarono tanto le spese e bisogne del re, oltre alle rendite e cose ricevute per lui, che i Bardi si trovarono a ricevere da·rre, tornato dell'oste detta, tra di capitale e provisioni e riguardi fatti loro per lo re più di CLXXXm di marchi di sterlini; e' Peruzzi più di CXXXVm di marchi, e ogni marco valea fiorini IIII e terzo d'oro, che montarono più di MCCCLXVm fiorini d'oro, che valeano un reame. Ben avea in questa somma assai quantità di provisioni fatte a·lloro per lo detto re per li tempi passati; ma come che si fosse, fu la loro gran follia per covidigia di guadagno o per raquistare il loro follemente prestato mettere così di grosso il loro e l'altrui inn-uno signore. E nota che i detti danari non erano la maggiore parte delle dette compagnie, anzi gli aveano inn-accomanda e in diposito di più cittadini e forestieri. E di ciò fu il grande pericololloro e alla nostra città, poco apresso come si troverrà leggendo. E·cche n'avenne che per cagione di ciò non potendo rispondere a cui dovieno dare in Inghilterra, e in Firenze, e in altre parti dove avienoffare, e del tutto perderono la credenza, e fallirono di pagare, ispezialmente i Peruzzi, con tutto che non si cessassono per le loro grandi posessioni ch'avieno in Firenze e nel contado, e per loro grande potenzia e stato ch'avieno in Comune. Ma per questa difalta e per le spese del Comune in Lombardia molto mancò la potenzia e stato di mercatanti di Firenze; e però di tutto il Comunella mercatantia e ogni arte n'abassò, e vennero in pessimo stato, come inanzi si farà menzione; però che fallite le dette due colonne, che per la loro potenzia, quando erano in buono stato, condivano colli loro traffichi gran parte del traffico della mercatantia di Cristiani, ed erano quasi uno alimento, onde ogn'altro mercatante ne fu sospetto e male creduto. E per le dette cagioni e per altre, come si dirà tosto, la nostra città di Firenze ricevette gran crollo e male stato universale non guari tempo apresso. E per agiunta del male stato delle dette compagnie il re di Francia faccendo pigliare in Parigi e per tutto il reame i loro compagni e cose e mercatantie, e di più Fiorentini per la detta cagione, e per li molti danari che 'l Comune avea presi per forza in presto da' cittadini e spesi nella 'mpresa di Lombardia e di Lucca, onde poi de' rimbalzi e del mancamento della credenza più altre minori compagnie di Firenze poco tempo apresso ne fallirono, come inanzi si farà menzione. Lasceremo di questa matera, e torneremo a seguire il trattato della guerra con messere Mastino.

 




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