XC
Come i
Viniziani tradirono i Fiorentini e feciono pace con messer Mastino, e
convennela fare al nostro Comune.
Messer
Mastino, veggendosi ch'era per perdere la città di Vincenza, e·sse quella fosse
perduta, era assediato in Verona, fece segretamente trattare sua pace co' Viniziani
sanza saputa de' Fiorentini, e spese per suoi ambasciadori grossamente in
Vinegia a certi maggiorenti, ch'avieno stato e podere nel Comune, e rimissesi
liberamente i·lloro, pregandoli che non volessono al tutto disfare; che·cciò
faccendo, guastavano e abattevano parte d'imperio e ghibellina inn-Italia, i
Viniziani sono per antico naturalmente stati. E per prendere loro vantaggio,
col conforto di quelli cittadini che·nne guadagnavano, e ancora per priego de'
Pisani e di quelli Ghibellini che teneano Lucca, per loro ambasciadori segreti
e lettere con grande stanzia pregando i Viniziani per Dio e per amore di parte
non assentissero che' Fiorentini avessero la città di Lucca, essi acordassono
con meser Mastino. Per la qual cosa i Viniziani ingannarono e tradirono i
Fiorentini e gli altri allegati, che avieno promesso e giurato di non far mai
niuno acordo sanza la volontà di tutti gli allegati, e·cche i Fiorentini
avessono libera la città di Lucca e 'l suo distretto; ma·cciò non oservarono,
ma fecionsi l'accordo a·lloro volontà, e vollono ed ebbono la città di Trevigi
a dì II di dicembre del detto anno, e Castello Franco e Basciano, e·cciò ch'era
aquistato per la nostra gente e per la loro. E·cciò fatto mandarono loro
ambasciadori a Firenze a dì XVIIII di dicembre, e diedono il partito a'
Fiorentini in pieno consiglio, che·sse noi volessimo la pace ch'ellino avieno
fatta con messere Mastino, che ci farebbono confermare per la detta pace a
meser Mastino e al Comune di Lucca le terre e castella che·nnoi avavamo di
quelle di Lucca; ciò erano Fucecchio, Castello Franco, Santa Croce, Santa Maria
a Monte, Montetopoli in Valdarno, e Montecatini, e Montesommano, e
Montevettolino, e·lla Massa e il Cozzile e Uzzano in Valle di Nievole, e
Avillano, e Sovrano, e Castello Vecchio in Valle di Lima, arogendo loro per la
detta pace faccendo il castello di Pescia e quello di Buggiano e loro tenitori,
e Altopascio. E se·cciò non volessono prendere, e' s'aveano fatta la loro pace,
e quella oserverebbono, o prendessino i Fiorentini il partito o non con messer
Mastino. A' Fiorentini del detto partito parve troppo male, però che'
Fiorentini si stimavano d'avere affare co' Viniziani come co·lloro medesimi,
e·cche per loro fosse osservata leale compagnia, però che fermamente si credieno
i Fiorentini avere Lucca secondo i patti giurati per li Viniziani, e gli altri
Lombardi della lega dovieno avere Parma. Per lo detto partito più consigli
segreti si tennono in Firenze, o di prendere o di lasciare la detta pace; e
fuvi il pro e 'l contro: che molti cittadini per lo sdegno del tradimento de'
Viniziani allegando ch'era pericolo della città fare pace col nimico tiranno,
rimanendo vicino colla forza e riparo di Lucca, per dotta de' suoi tradimenti
non s'accordavano alla detta pace; e ch'era meglio a rimanere co·llui
inn-iscoperta guerra, e più sicuro partito. Altri consigliarono che,
considerando i molti danari ispesi per lo Comune nella detta guerra, onde il
Comune era indebitato a' suoi cittadini e altri di bene di CCCCLm di fiorini
d'oro e più sopra le gabelle ed entrate del Comune, che·bbene per più di sei
anni a venire erano asegnate, si prese per lo meno reo che·ssi mandassono
solenni ambasciadori a Vinegia a pregare quello Comune che·cci oservassono i
patti della lega giurati, o migliorassono i patti offerti a·lloro podere; o se
meglio non potessono (e questo fu segreto commesso loro), che non si partissono
da mercato per lo migliore del Comune nostro, acciò che per lo detto accordo il
Comune prendesse lena e uscisse di debito, e avanzassonsi le dette castella,
che sono nel cuore di Lucca, da potersi difendere e guerreggiare il tiranno se
bisognasse. E questo partito si vinse a dì XI di gennaio. E andarono a Vinegia
mesere Francesco di meser Pazzino de' Pazzi, e mesere Alesso de' Rinucci
giudice, e Iacopo degli Alberti, e sindaco con pieno mandato. E in Vinegia
istettono alquanti dì per prendere vantaggio co' Viniziani. Ma i perfidi,
stratti del sangue d'Antenore traditore della sua patria di Troia, seguendo il
loro pertinace proponimento non si vollono smuovere, se non ch'arrosono Asciano
e 'l Colle, ch'era sopra Buggiano, i quali, avendo noi Buggiano, no poteno
tenere. E così si fermò la sforzata e non volontaria pace in Vinegia tra 'l
Comune di Vinegia e di Firenze con meser Mastino a dì XXIIII di gennaio
MCCCXXXVIII. E uscì di prigione meser Alberto della Scala e gli altri ch'erano
presi co·llui in Vinegia. E fu la pena di Cm fiorini d'oro per osservare la
detta pace sanza altra malleveria, possendo i Guelfi ribelli di Lucca tornare in
Lucca e riavere i beni loro, salvo XXX caporali stare a' confini. Per la qual
pace pochi Guelfi s'asicurarono di tornare a Lucca. E poi tornati i nostri
ambasciadori in Firenze, a dì VII di febraio del detto anno furono date le
dette castella a' Fiorentini. E poi a dì XI di febraio si bandì la pace, ma
però che nullo andasse a Lucca sanza licenzia. Notate, e sievi a perpetua
memoria a voi Fiorentini che questo leggerete, il villano tradimento fatto al
nostro Comune per li Viniziani, essendo per noi tanto adoperato e con tanto
ispendio, il quale troviamo che·ffu in XXXI e mezzo mesi più di DCm di fiorini
d'oro, sempre adoperandosi per lo nostro Comune con fede e fervore per farli
grandi, e abattere la superbia del loro vicino nimico tiranno; e oltre a·cciò per
agiunta al loro fallire, avendo ellino ad avere di resto dal nostro Comune alla
fine della guerra intorno di XXVm di fiorini d'oro, e meno, faccendo ragione,
per risidui delle paghe di cavalieri nostri e d'arnesi mandati nell'oste
prestati per loro, perché talora indugiava alquanto d'andare la moneta a
Vinegia per le nostre paghe, e' Viniziani n'adomandavano fiorini XXXVIm d'oro,
avendo avanzato il quarto danaio di tutta la spesa fatta per loro nella detta
guerra sopra i nostri e loro cavalieri e pedoni per gabelle gravi e imposte
fatte per loro sopra·cciò ch'andava nell'oste; e non volieno isbattere la parte
nostra del conquisto di Mestri e del ponte di Praga, ch'era e sono di grande
entrata di passaggi; e volendo il nostro Comune contare co·lloro e pagarli di
ciò, che restassono ad avere, e però vi mandarono ambasciadori e ragionieri,
mai non ne vollono mostrare ragione, né commetterla inn-amici comuni fuori di
Vinegia, se non “ego voleo, ego giubeo”, cioè così vuole meser lo doge e il
Comune di Vinegia. E sopra·cciò feciono rapresaglia sopra i Fiorentini con
forti e aspre leggi, onde tutti i Fiorentini se ne partirono all'uscita di
gennaio MCCCXXXVIIII. E simili leggi e più forti furono fatte per Fiorentini
sopra i Viniziani, o sopra quale Fiorentino vi stesse o avesse a·ffare. Cotale
fu la partita della disleale compagnia del Comune di Vinegia contro al nostro
Comune di Firenze.
|