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Di certi
segni ch'aparvono in Firenze e altrove, onde poco apresso seguì assai di male.
Nell'anno
MCCCXXXVIIII, a dì VII di luglio, tra·lla nona e 'l vespro scurò il sole nel
segno del Cancro più che·lle due parti; ma perché fu dopo il merigge al
dicrinare del sole non si mostrò di scurità come fosse notte, ma pure si vide
assai tenebroso. E nota, secondo che scrivono gli antichi dottori di strologia,
ogni scurazione del sole nel Cancro, che viene quasi de' cento anni una volta,
è di grande significazione di mali a venire al secolo; imperò che 'l Cancro è
ascendente del mondo, e più significa dove è in quella parte dell'emisperio ove
fa tenebre, cioè essendo il sole al merigge, che·nnoi volgarmente diciamo l'ora
di nona; ma pure, come allora avenne, significò in Firenze e d'attorno fame e
mortalità grande, come inanzi leggendo si troverrà. E per agiunta avenne in
Firenze il primo dì d'agosto seguente grandi e disordinati truoni e baleni,
gittando più folgori in città e in contado di Firenze; intra·ll'altre una ne cadde
in sulla torre della porta della città contro a San Gallo, e abatté parte d'uno
merlo, e poi percosse e arse dell'uscio della porta, e uccise uomini. E poi, a
dì IIII di settembre, simile furono diversi truoni e folgori, e una ne percosse
in sulla torre del palagio del popolo, e abatté parte d'uno merlo, e tutti
furono segni di futuri mali alla nostra città, come tosto apresso seguirono;
che il detto anno in sulla ricolta valse lo staio del grano soldi XX, e poi
montò in soldi L, e inanzi che fosse l'altra ricolta; se non fosse la
provedenza del Comune di farne venire per mare, il popolo moria di fame, e
costò al Comune lo 'nteresso più di Lm fiorini d'oro, tutto che certi uficiali
cittadini ne feciono baratteria assai con meser Iacopo Gabrielli insieme, ch'era
capitano della guardia del popolo, overo tiranno de' popolani reggenti,
condannando gl'innocenti ingiustamente, perch'avieno grano per loro vivere e
per loro famiglie, e·llasciando i possenti colle grandi endiche, onde seguì
assai di male apresso. E·ffu il detto anno simile gran caro di vino, che di
vendemmia valse il cogno del comunale vino fiorini VI d'oro, e ciascuna arte di
Firenze fu in male stato per guadagnare.
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