CXXXII
Come i
Fiorentini si forniro essendo i Pisani all'assedio di Lucca, e cavalcaro sopra
quello di Pisa.
Sentendo i
Fiorentini l'aparecchio d'oste che faceano i Pisani, inanzi che ponessono
l'assedio alla città di Lucca incontanente crebbono la loro cavalleria, sicché
egli ebbono IIm cavalieri a soldo loro, e mandaro per l'amistadi, per esser
aparecchiati se' Pisani movessono loro guerra. I Sanesi ne mandarono CC
cavalieri il Comune, e C le case guelfe di Siena, e CC balestrieri, i Perugini
CL cavalieri, quelli d'Agobbio con meser Iacopo Gabrielli con L cavalieri, il
signore di Bologna CCC cavalieri, il marchese da Ferrara CC cavalieri, meser
Mastino CCC cavalieri, e dalle terre guelfe di Romagna CL cavalieri, dal
signore di Volterra il figliuolo con L cavalieri e CC pedoni, messere Tarlato
d'Arezzo con L cavalieri e CC pedoni. Prato XXV cavalieri e CL pedoni, San
Miniato CCC pedoni, San Gimignano e Colle ciascuno CL pedoni. Come i Fiorentini
ebbono ragunata loro gente e amistadi elessono per capitano di guerra messer
Maffeo da Ponte Carradi di Brescia, ch'era loro capitano di guardia. E questo
fu il secondo gran fallo de' Fiorentini apresso al primo della folle compera di
Lucca che con tutto che meser Maffeo fosse un valente e buono cavaliere, non era
sofficiente duca a guidare sì grande esercito. Che nella nostra cavalleria
aveva L o più conestaboli di maggiore affare di lui; ma·ll'ambizione
dell'uficio de' XX e delli altri reggenti ebbono a schifo il savio consiglio
del re Ruberto, ch'al tutto biasimava la 'mpresa di Lucca. E però non vollono
per capitano niuno de' reali suoi nipoti né altri grandi baroni, per guidare la
'mpresa più a·lloro senno. E ciò fatto, feciono cavalcare loro capitano colla
sopradetta cavalleria e popolo grandissimo a Fucecchio e all'altre terre del
Valdarno. E mandaro loro ambasciadori a Pisa a richiedere e protestare a'
Pisani che non si travagliassono della 'mpresa di Lucca, com'era ne' patti
della pace spressamente tra·lloro. I Pisani diedono loro infinte e false scuse,
e di presente presono il Cerruglio e Montechiaro, e puosono l'assedio con tutta
loro oste alla città di Lucca. E come dicemmo nel passato capitolo, i
Fiorentini aveggendosi della impresa e tradimento di Pisani di presente feciono
cavalcare la loro oste, ch'era nel Valdarno di sotto, in sul contado di Pisa, e
furono IIImDC cavalieri e più di Xm pedoni di soldo. E di presente presono il
Ponte ad Era e il fosso Arnonico, e guastarono e arsono tutto il borgo di
Cascina, e·lla villa di San Sevino e di San Casciano, e infino al borgo delle
Campane presso a Pisa a due miglia. E poi si rivolsono per la via che va in
Valdera, e andaro fino a Ponte di Sacco, levando grandi prede e faccendo grandi
arsioni sanza contasto alcuno, istando sopra il contado di Pisa per più dì; e
più sarebbono stati, se non che grande fortuna di pioggia li sopprese; onde
avendo arse e guaste le villate non vi potero dimorare né andare più inanzi, e
tornarsi a Fucecchio e nell'altre castella di Valdarno. E nota che questo fu il
terzo gran fallo della impresa di Lucca e mala capitaneria, e·cciò non si
riprende dopo il fatto. Ch'assai si vide chiaro, e si disse inanzi per li savi
e intendenti, ch'a volere levare l'assedio da Lucca e disertare i Pisani l'oste
di Fiorentini si dovea porre al fosso Arnonico ch'era bene albergato, e quello
aforzare verso Pisa di fossi e steccati e aforzare il Ponte ad Era, e fare un
piccolo battifolle a piè di Marti o in su Castello del Bosco, e in quelli
lasciare guardia e guernigione di gente d'arme per avere ispedito il cammino
e·lla vittuaglia. E poi al continovo fare grosse cavalcate in Valdera, e a
Vada, e a Porto Pisano, e Livorno, e infino alle porte di Pisa intorno intorno,
faccendo ponte di legname sopra l'Arno; e potieno di continovo cavalcare i·loro
Piemonte e 'n Valdiserchio, e 'mpedire la vettuaglia ch'andava da Pisa all'oste
di Lucca onde convenia per nicistà si levasse l'oste da Lucca. E·cciò sentimmo
poi da' Pisani, che di questo istavano continovo in gran paura; e convenia per
forza venissono a battaglia co' Fiorentini, e·lla battaglia era a lezione e con
vantaggio dell'oste de' Fiorentini. Ma il distino ordinato da Dio per punire le
peccata non può preterire, ch'accieca l'animo de' popoli e di loro duchi e
rettori in non lasciare prendere il migliore partito. E così avenne al nostro
Comune.
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