CXXXIII
Come i
Fiorentini compiuto il mercato della città di Lucca con meser Mastino presono
la posessione essendo asediata.
Infra·lla detta
stanza il Mastino non dormia, ma sagacemente prese suo tempo e mandò suoi
ambasciadori a Firenze, richiesono e protestarono il Comune che prendesse la
posessione della città di Lucca e delle castella che tenea; e se·cciò non
facessono, s'accorderebbe co' Pisani e darebbela a·lloro. E per alzare la sua
mercatantia e fare la sua vendetta di Fiorentini, come dicemmo adietro, al
continovo stava in bargagno co' Pisani per trattato di Guiglielmo Canacci,
ribello di Bologna, stato per suo capitano in Lucca. Sopra·cciò si tennono in
Firenze più consigli, e per li più savi si consigliava per lo migliore che·lla
'mpresa si lasciasse, e guerreggiassesi sopra il contado di Pisa, e com'era
gran follia a prendere la posessione di terra assediata; e che molto pericolo e
spesa ne potea venire, e potiesi lasciare ragionevolemente coll'onore del
Comune; però che 'l primo patto era che per lo prezzo detto di CCLm di fiorini
d'oro meser Mastino dovea dare la città e·lle castella libere e spedite.
Ma·ll'ambizione dell'uficio de' XX e de' loro seguaci, ch'aveano fatta la prima
impresa, vinse contra il savio e buono consiglio, ma pur volerla, dicendo che
lasciarla troppo era gran vergogna e abassamento del Comune di Firenze; questo
fu il quarto gran fallo sopra fallo fatto per l'uficio di XX. E incontanente
mandaro due altri dell'uficio de' XX e altri ambasciadori con quelli di meser
Mastino al marchese da Ferrara, ch'era mediatore per migliorare i patti. E
giunti a Ferrara tosto s'acordò la bisogna, scemando della prima somma LXXm di
fiorini d'oro per l'asedio di Lucca e perdita del Cerruglio e di Montechiaro,
sicché rimase il patto a CLXXXm di fiorini d'oro: i Cm pagare infra uno anno,
avendo XXVII nuovi stadichi per sicurtà di ciò, e·lli LXXXm fiorini in cinque
anni apresso, ogni anno XVIm fiorini d'oro, mallevadori di ciò il marchese e 'l
signore di Bologna, e tenere meser Mastino al suo soldo D cavalieri infino che
fosse levato l'assedio di Lucca. Che 'nanzi che messere Mastino si fosse
partito da mercato l'avrebbe fatto per Cm fiorini d'oro, siccome posessione
disperata e ch'avea perduta, e a' Pisani in nulla guisa la volea dare, tutto ne
facesse il sembiante, e per dispetto di meser Luchino, che co·lloro insieme
l'avea assediata in sua vergogna; e questo sapemmo di certo, però ch'eravamo
presenti al trattato, del numero delli stadichi. Ma·lla fretta e troppa volontà
di chi l'avea a·ffare, o altra privata cagione, e bene si disse per molti
cittadini che baratteria s'usò per li trattatori del primo mercato dall'una
parte e dall'altra, e noi ne sentimmo tanto in Ferrara, quando si recò il
mercato a CLXXXm, che quelli che v'erano per messere Mastino dissono ch'elli
non avea mai sentito che·lla prima somma fosse più che CCm di fiorini d'oro. E
così, se vero fu, i nostri cittadini savi ingannaro l'oste, overo il nostro
Comune cieco; e fermo il secondo patto, incontanente tornaro da Ferrara i
nostri ambasciadori co' sindachi di meser Mastino. E di presente feciono i
nostri rettori muovere l'oste ch'era in Valdarno, e col capitano agiunsono II
cittadini per sesto per consiglieri della guerra; e andarono in arme con
compagnia nobilemente a' gaggi del Comune, e andarono in sul contado di Lucca,
parte per la via d'Altopascio e parte dell'oste andò per Valdinievole; e
accampossi tutta la detta nostra oste in sul colle delle Donne a dì... di
settembre; e poi ebbono la posessione di Pietrasanta e di Barga da'
proccuratori di meser Mastino. Come l'oste de' Fiorentini fu acampata, l'oste
de' Pisani, ov'era a tre campi, si recarono a uno; e tegnendosi ancora per que'
di Lucca la fortezza di Pontetetto, che impedia molto la scorta di Pisani, sì
v'andò gran parte dell'oste de' Pisani e stettonvi più dì ad assedio, e per
forza combattendo l'ebbono. In quella dimora la gente di meser Mastino con suoi
sindachi e nostri, e colla gente che si volea mettere in Lucca, che furono CCC
cavalieri e D pedoni, con Xm fiorini d'oro per pagare le masnade
che·nn'uscirono poi, e co·lloro Ciupo delli Scolari e tutti i Ghibellini, che
v'erano per meser Mastino in Lucca, con cenni di fuoco ordinati que' di Lucca a
un'ora uscendo fuori co' nostri che v'andavano, si scontraro al luogo ordinato,
ruppono parte delli steccati e apianaro i fossi, e sanza contasto entraro in
Lucca sani e salvi. E di vero, se grossa gente fosse cavalcata co·lloro, rotta
era la gente de' Pisani, che in quello punto non erano rimasi alla guardia
dell'oste che D cavalieri. Entrata la detta gente in Lucca v'ebbe grande
allegrezza; e i nostri sindachi, ch'erano Giovanni Bernardini di Medici, e Naddo
di Cenni di Naddo, e Rosso di Ricciardo de' Ricci, presono la posessione del
castello dell'Agosta e della città dal sindaco di meser Mastino, ch'era
Arriguccio Pegolotti nostro antico cittadino ghibellino, a dì... di settembre.
E il detto Giovanni de' Medici, ch'era ordinato ad esservi capitano, si fece
fare cavaliere, e i detti Naddo e Rosso rimasono camarlinghi per lo Comune a
ricevere la moneta che vi si mandava, e pagare le masnade a·ccavallo e a piè, e
fornire l'ordine della vittuaglia. E feciolla sì bene ciascuno de' detti, come
inanzi si leggerà.
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