CXXXVI
Della
materia medesima.
Come in Firenze
giunse la prima e sùbita novella della detta sconfitta, tutta la città fu
commossa di grande dolore e paura, e faccendo grande guardia di dì e di notte,
istimandosi che·lla rotta e dannaggio fosse più grande che nonn-era. Ma il
giorno apresso fu saputo il vero della piccola perdita di morti e di presi,
e·cche la città di Lucca non era perduta, ma si tenea francamente, né perduto
nullo altro castello che per noi si tenesse, s'apersono le botteghe, e ciascuno
disarmato intese a·ffare i fatti suoi come prima, non parendo che battaglia o
sconfitta fosse fatta; e in ciò per li cittadini si mostrò grande magnificenza.
E poi apresso che incontanente s'ordinò di rifare maggiore oste che·lla prima,
richeggendo d'aiuto il re Ruberto e gli altri amici, con soldando gente d'arme
a cavallo e a piè, quanti se ne potessero avere; ed elessono per capitano di
guerra, per averlo più tosto, meser Malatesta da Rimino tenuto savio uomo in
guerra, il quale venne in Firenze a dì... di febraio con CC cavalieri, intra'
quali avea de' migliori uomini di Romagna e della Marca e oltramontani, e CC
pedoni alla guardia di sua persona; e per lo suo uficio da' Fiorentini fu
ricevuto a grande onore avendo di lui grande speranza di vittoria. E oltre
a·cciò non potendosi avere dal re Ruberto per capitano uno di nipoti, ch'assai
si prontò per li Fiorentini, come inanzi si farà menzione, e sentendo che 'l
duca d'Atene venia di Francia a Napoli, certi reggenti della nostra città
scrissono al detto duca, e feciono scrivere a' suoi amici e mercatanti alla sua
venuta a Vignone in Proenza dov'era la corte, che·lli piacesse di fare la
'mpresa d'essere sovrano capitano al servigio del nostro Comune. Il gentile
signore e bisognoso pellegrino per suo avantaggio e a richiesta de' detti suoi
amici e grandi di Firenze, che di ciò il confortaro e richiesono ad altro
maggiore intendimento, come inanzi lui venuto in Firenze si potrà comprendere,
accettò la 'mpresa, e sanza indugio con C gentili uomini avea in sua compagnia
per mare venne a Napoli, che a Pisa, né in quelle marine, non potea porre e non
avea cavalli. E giunto a Napoli, sanza fare asapere di suo intendimento al re
Ruberto si venne fornendo d'arme e di cavalli, dando voce di volere andare in
sua terra in Romania. Lasceremo alquanto della 'mpresa del duca d'Attene, ma
assai tosto vi ci converrà tornare, crescendone di suoi fatti grande e nuova
matera, e diremo alquanto di processi che 'l re Ruberto tenne col nostro Comune
ne' fatti di Lucca.
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