XXXIV
Come Metello e Fiorino sconfissono i Fiesolani in su la riva d'Arno.
Metello la notte vegnente ordinò e comandò che parte della sua gente di
lungi dall'oste de' Fiesolani passassono il fiume d'Arno, e si riponessono in
aguato tra la città di Fiesole e l'oste de' Fiesolani, e di quella gente fece
capitano Fiorino, nobile cittadino di Roma della schiatta..., il quale era suo
pretore, ch'è tanto a dire come mariscalco di sua oste; e Fiorino, come per lo
consolo fu comandato, così fece. La mattina, al fare del giorno, Metello armato
con tutta sua gente, passando il fiume d'Arno, cominciò la battaglia a'
Fiesolani, e' Fiesolani difendendo vigorosamente il passo del fiume, e nel
fiume d'Arno sosteneano la battaglia. Fiorino, il quale era colla sua gente
nell'aguato, come vide cominciata la battaglia, uscì francamente al di dietro al
dosso de' Fiesolani che nel fiume combatteano con Metello. I Fiesolani,
isproveduti dell'aguato, veggendosi subitamente assaliti per Fiorino di dietro
e da Metello dinanzi, isbigottiti gittarono l'armi e fuggiro sconfitti verso la
città di Fiesole, onde molti di loro furono morti e presi.
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