Libro
tredecimo
I
Incomincia
il tredecimo libro, come il duca d'Atene occupò la signoria di Firenze, e
quello ne seguì.
Convienne
cominciare il XIII libro, però che richiede lo stile del nostro trattato; perch'è
nuova materia, e grandi mutazioni e diverse rivoluzioni avennero in questi
tempi alla nostra città di Firenze per le nostre discordie tra' cittadini, e
male reggimento de' XX uficiali, come adietro fatto avemo menzione; e fieno sì
diverse, ch'io autore, che fui presente, mi fa dubitare che per li nostri
successori apena fieno credute di vero; e fu pur così, come diremo apresso.
Tornata la detta nobile e grande oste e male aventurosa da Lucca, e rendutasi
Lucca a' Pisani, i Fiorentini, parendo loro male stare, veggendo che meser
Malatesta nostro capitano non s'era ben portato nella detta guerra, e per tema
del trattato avuto col Bavero, come adietro toccammo, per istare più sicuri,
elessono per capitano e conservadore del popolo messere Gualtieri duca d'Atene
e conte di Brenna francesco, all'entrante di giugno MCCCXLII, col salaro,
cavalieri e pedoni ch'avea mesere Malatesta, per termine d'uno anno. E vollesi
a suo diletto overo segacità, per quella seguì apresso, tornare a Santa Croce
al luogo di frati minori, e·lla gente sua d'intorno. E poi in calen di agosto
apresso, finito il termine di meser Malatesta, gli fu agiunta la capitaneria
generale della guerra, e che potesse fare giustizia personale in città e di
fuori. Il gentiluomo veggendo la città in divisione, ed essendo cupido di
moneta, che·nn'avea bisogno siccome viandante e pellegrino, e ben ch'avesse il
titolo del ducato d'Atene no·llo possedea, e per suduzione di certi grandi di
Firenze, che al continovo cercavano di rompere gli ordini del popolo, e di
certi grandi popolani per essere signori e non rendere i debiti loro a·ccui
dovieno dare, e·lle loro compagnie sentendosi in male stato, i quali per inanzi
al luogo e tempo ci converrà per necessità fare memoria, al continuo a Santa
Croce l'andavano a consigliare, di dì e di notte, che si recasse al tutto la
signoria libera della città in mano; il quale duca per le cagioni dette, e vago
di signoria, cominciò a seguire il malvagio consiglio, e ad essere crudele e
tiranno, per lo modo che nel seguente capitolo faremo memoria, sotto titolo di
fare giustizia, per essere temuto, e al tutto farsi signore di Firenze.
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