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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro tredecimo
      • X               Quando morì il re Ruberto.
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X

 

           

Quando morì il re Ruberto.

           

Nell'anno MCCCXLII, a XVIIII di gennaio, passò di questa vita il re Ruberto re di Gerusalem e di Cicilia e di Puglia di sua malattia nella città di Napoli. E inanzi che morisse, come savio signore dispuose i suoi fatti per l'anima cattolicamente, siccome a tanto signore e divoto di santa Chiesa si convenia. Vivette da LXXX anni, e regnò in Puglia anni XXXIII e mesi. E perch'egli non avea figliuoli altro che due nipote, figliuole che furono del duca di Calavra suo figliuolo, inanzi che morisse, la maggiore fece sposare ad Andreas duca di Calavra e figliuolo che fu del re d'Ungheria suo nipote, come gli avea promesso, e fecelo cavaliere, e farli fare omaggiollui e alla moglie a tutti i baroni del Regno, siccome succedente re e reina. Lasciolli grande tesoro, e perch'egli era di piccola età, ordinò i suoi principali baroni governatori e guardiani di lui e del regno a beneplacito della Chiesa. Sopellissi al monistero di Santa Chiara in Napoli, il quale elli avea fatto fare e riccamente dotato a grande onore. E in Firenze se ne fece cordoglio ed esequio molto solenne e di grande luminaria, e di molta buona gente e signori cherici e laici al luogo de' frati minori a XXXI di gennaio. L'aprile seguente il duca di Durazzo nipote del re Ruberto, figliuolo di meser Gianni suo fratello, con dispensagione del papa per procaccio del cardinale di Peragorgo zio del detto duca, sposò l'altra figliuola fu del duca di Calavra, per retare il reame, se·ll'altra sirocchia morisse sanza reda, onde nacque grande isdegno tra·llorolla reina sua zia figliuola fu del re di Maiolica, e moglie del re Ruberto; non avendo figliuolo, compiuto l'anno, si commisse nel monistero a Santo Piero a Castello, ch'ella fatto fare. Questo re Ruberto fu il più savio re che fosse tra' Cristiani già·ffa cinquecento anni, sì di senno naturale sì di scienzia, come grandissimo maestro in teologia e sommo filosofo. Dolce signore e amorevole fu, e amicissimo del nostro Comune, di tutte le virtù dotato, se non che poi che cominciò a 'nvecchiare l'avarizia il guastava in più guise; iscusavasene per la guerra ch'avea per raquistare la Cicilia, ma non bastava a tanto signore e così savio com'era in altre cose.

 




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