XXIII
Come si
riformaro gli ordini della giustizia sopra i grandi, e·ssi ricorressono in
alcuna parte; e più casati di grandi furono recati a essere popolani.
Riformata la
città di Firenze a signoria del popolo, come detto avemo, volendo il popolo
rifare gli ordini della giustizia contro a' grandi, i quali aveva anullati il
duca e poi l'uficio de' XIIII, come è detto adietro, gli ambasciadori di Siena
e quelli di Perugia e 'l conte Simone, che a ogni nostra fortuna e pericolo ci
avieno soccorsi e difesi, e col loro buono consiglio riformata la città a
signoria del popolo, per amore e grazia di loro Comuni e di loro e pacifico
stato di Comune e di popolo, e contentamento in alcuna parte di grandi che
volieno bene vivere, e dimandarono al popolo due pitizioni: l'una, che i
capitoli della giustizia dov'era la rigidezza e crudeltà, che' buoni uomini
grandi consorti di mafattori portassono la pena di loro malifici, si correggesse;
l'altra, che certe schiatte di grandi meno possenti e non malificiosi si
recassono a popolo. Le quali petizioni furono asaudite in parte, come diremo
apresso, e fermate per li consigli dì XXV d'ottobre MCCCXLIII. Prima dove
diceva l'ordine della giustizia che dove il malfattore di grandi facesse
micidio contra la persona d'alcuno popolare, oltre alla sua pena, tutta la casa
e schiatta pagasse al Comune libre IIIm, si corresse che non toccasse, se non
a' suoi propinqui, infino terzo grado per diritta linea; e dove mancasse il
terzo grado, toccasse al quarto, con patto dove e quando rendessono preso il
malfattore, o l'uccidessero, riavessono dal Comune le libre IIIm ch'avessono
pagate. Tutti gli altri ordini della giustizia rimasono i·lloro primo stato. Le
schiatte de' nobili di città e di contado che furono recate a popolo furono
questi: i figliuoli di meser Bernardo de' Rossi, IIII de' Mannelli, tutti i
Nerli di borgo Sa·Iacopo, e due di quelli dal ponte alla Carraia, tutti i
Manieri, tutti gli Spini, tutti gli Scali, tutti i Brunelleschi, e parte degli
Agli, tutti i Pigli, tutti li Allotti, tutti i Compibiesi, tutti gli Amieri,
meser Giovanni di Tosinghi e fratelli e nipoti, e Nepo di meser..., messere
Antonio di Baldinaccio degli Adimari e fratelli e nipoti, e alcuno altro loro
consorto, tutti i Giandonati e Guidi, e altre schiatte quasi spente. Di nobili
di contado, il conte da Certaldo e' figliuoli e' nipoti, il conte da Puntormo
e' figliuoli e' nipoti; e con tutto ch'avessono nome di conti erano sì annullati,
ch'erano al pari d'altri meno possenti gentili uomini; tutti quelli da Lucardo,
quelli da Cacchiano, quelli da Monterinaldi, quelli dalla Torricella, quelli da
Sezzata, quelli da Mugnano, i Benzi da Feghine, e da Lucolena, quelli da Colle
di Valdarno, e quelli da Monteluco della Gerardinga, e più altre schiatte di
contado anullati e divenuti lavoratori di terra. In somma furon Vc i tratti di
grandi e recati a esere popolari, per fortificare il popolo e afiebolire e
partire la potenza de' grandi coll'infrascritti patti e ordini. Ma certi altri
grandi, onde non faremo menzione, che s'erano messi nella detta petizione, che
s'erano messi a morte per francare il popolo, e francaro, per invidia non
furono accettati per lo 'ngrato popolo; e tali sono le più volte i meriti de'
servigi si fanno a' popoli, ispezialmente a quello di Firenze. I patti e' salvi
furono questi. Che i detti grandi e nobili recati a benificio d'essere di
popolo non possino esere di priori, dodici e gonfalonieri delle compagnie del
popolo, o capitani di lega del contado infra cinque anni; ogni altro uficio
possano avere; e·sse alcuno de' detti infra X anni pensatamente facesse micidio
o tagliasse membro, o desse fedita innorma in persona d'alcuno popolano, o
facesse fare, o ingiuriasse posessione di popolano, dichiaritosi per lo
consiglio del popolo, dee a perpetuo esere rimesso tra' grandi. Ma nota che
parecchie schiatte e case di popolani erano più degne d'esere messe tra'
grandi, che·lla maggior parte di que' che per grandi rimasono, se andasse pari
la bilancia della giustizia, per le loro ree opere e tirannie; e tutto è questo
per difetti del nostro male reggimento. Fermati i detti ordini, e tratti del
nuovo squittino i priori, e' dodici, e' gonfalonieri, ch'entrarono in calen di
novembre apresso, si trovarono i più artefici minuti, onde il popolo fu
contento, e aquetossi la città d'ogni sospetto e gelosia. E nota ancora e
ricogli lettore che quasi in poco più d'uno anno la nostra città avute tante
rivolture, e mutati stati di reggimento, ciò sono; inanzi che fosse signore il
duca d'Atene signoreggiavano i popolari grassi, e guidarla sì male, come
adietro avete inteso, che per loro difetto venne alla tirannica signoria del
duca; e cacciato il duca tessono i grandi e' popolani insieme, tutto fosse
piccolo tempo, e con uscita di gran fortuna. Ora siamo al reggimento quasi
delli artefici e minuto popolo. Piaccia a·dDio che sia asaltazione e salute
della nostra republica, onde mi fa temere per li nostri peccati e difetti, e
perché i cittadini sono voti d'ogni amore e carità tra·lloro, ma pieni
d'inganni e tradimenti l'uno cittadino contro all'altro; ed è rimasa questa
maladetta arte in Firenze in quelli che·nne sono rettori, di promettere bene e
fare il contrario, se non sono proveduti o di grandi prieghi o d'onde aspettino
utile; onde, e non sanza cagione, permette Iddio il suo giudicio a' popoli; e
questo basti a chi sente e intende.
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