XXV
Come i
Fiorentini rifeciono di nuovo pace co' Pisani.
Riformato il
nuovo stato del popolo in Firenze per lo modo ch'avemo detto, per nonn-avere
guerra di fuori per lo nostro variato stato, si fece accordo co' Pisani per lo
nostro Comune con poco nostro onore, e guardando più secondo il tempo, con
questi patti: che Lucca rimanesse libera alla signoria di Pisani, rimettendo in
Lucca i loro usciti, chi vi volesse tornare, e i loro beni rendere alle loro
famiglie, e di dare al Comune di Firenze di censo di Lucca, per lo debito,
obrigati i Fiorentini per quella a meser Mastino, fiorini Cm d'oro in XIIII
anni, ogn'anno la rata per la festa di san Giovanni; e rimanendo al Comune di
Firenze tutte le castella e terre di Lucca che si tenieno, franchi i Fiorentini
in Pisa di quello venisse per mare l'anno la valuta di CCm di fiorini d'oro
allo stimo della legatia, che sono la valuta del quarto più, e da indi in su
pagare danari II per libra; che sempre ab anticho erano i Fiorentini al
tutto liberi e franchi, e' Pisani in Firenze. Ma per questi nuovi patti sono i
Pisani franchi in Firenze l'anno la valuta di fiorini XXXm d'oro di loro
mercatantia che venisse da Vinegia, e 'l soprapiù, pagare danari due per libra.
Tale fu la 'nfinta pace co' Pisani rimagnendo la mala volontà; fu piuvicata e
bandita a dì XVI di novembre MCCCXLIII. E con tutto che il duca la facesse co'
Pisani al suo reggimento, come detto è adietro, fu in più casi più onorevole
per lo nostro Comune che questa.
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