XXVII
Di grandi
tempeste che furono in mare.
Nel detto
anno e mese di novembre, il dì di santa Caterina, fu in mare una grandissima
tempesta per lo vento a scilocco in ogni porto, ov'ebbe podere, e spezialmente
in Napoli; che quante galee e legni avea in quel porto tutti gli ruppe e gittò
a·tterra, e quasi tutte le case della marina ov'erano i magazzini del vino
greco e delle nocciuole, per lo crescimento del mare tutte allagò, e molte ne
rovinò e guastò, e menò via le botti del greco e nocelle, e ogni mercatantia e
masserizie, onde si stimò il danno più di XLm once d'oro, di fiorini V d'oro
l'oncia; e questa fu segno di grande novità e mutazione che dovea avenire e
avennero assai tosto, in quello paese. E per simile modo avenne nel porto di
Pera in Romania d'incontro a Gostantinopoli con grande danno di Genovesi, cui
era la terra. E in questo tempo essendo cominciata una grande zuffa alla città
della Tana nel mare Maggiore in Romania tra' Viniziani e Saracini della terra,
avendo i Viniziani della detta zuffa soprastati i Turchi, e mortine alcuni, e
fediti molti, onde tutti quelli della terra si commossono a furia, e rubarono e
uccisono quanti Viniziani e Genovesi, e Fiorentini alquanti, e altri Cristiani
che nella terra si trovarono alla zuffa, chi non poté fuggire alle loro galee;
e presono poi da LX mercatanti latini, che a·romore non furono morti, e
tennolli in prigione da II anni, e poi per danari e ingegno si fuggiro, e con
grande pericolo scamparono. E stimossi il danno delle mercatantie e spezierie
rubate per li Turchi da CCCm di fiorini d'oro a' Viniziani, e da CCCLm a'
Genovesi. E tali sono li stimoli e pericoli di mercatanti per le loro peccata e
follie; e per questa cagione rincarò in questo nostro paese ogni spezieria,
seta, e avere di levante, cinquanta e più per centinaio subitamente, e tali il
doppio.
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