XXVIII
D'alcune
novità fatte per li Fiorentini che reggeano la città.
Del mese di dicembre
del detto anno, per alcuna gelosia messa in Firenze di grandi non vera, furono
fatti confinati V di casa i Bardi, e IIII di Frescobaldi, e II di Rossi, e III
di Donati, e II di Pazzi, e uno di Cavicciuli, con tutto che·lla maggiore parte
degli uomini de' detti casati, per levare sospetto al popolo e fuggire la
furia, se n'andarono in contado a' loro poderi ad abitare, lasciando la città.
A dì II di marzo del detto anno fu ferma e piuvicata la lega e compagnia tra 'l
Comune di Firenze e quello di Perugia e di Siena e d'Arezzo per fortificare il
loro stato, e per abattere i Tarlati d'Arezzo e ogni tirannello d'intorno. E in
questi tempi i Fiorentini s'accordarono di nuovo, e feciono ragione con meser
Mastino della Scala, che·lli restavano a dare per la matta compera di Lucca
fiorini CVIIIm d'oro, e asegnarli sopra la gabella del macello e a quella di
contratti, ogni mese IIm fiorini d'oro, e tornarono i nostri XXVII stadichi
cari cittadini stati a Verona più di due anni: bontà del duca d'Atena, che non
ne curava, ma li lasciava per abandonati, e per la sua avarizia non gli dava
danaio, né·lle paghe promesse; che·ffu intra gli altri suoi difetti questo uno
di quelli che molto gravò e dispiacque a' cittadini. Mandòvisi poi XII stadichi
a vicenda di IIII mesi in IIII mesi a soldi XL il dì per uno per loro spese, e
fiorino uno per cavaliere.
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