XXIX
Ancora
della guerra dalla gente di meser Luchino Visconti co' Pisani.
Nell'anno
MCCCXLIIII, a dì V d'aprile, avendo la gente di Pisani ch'erano in Versilia e
in Lunigiana fatto uno grande fosso con isteccati e bertesche dalla marina al
castello di Rotaia, e poi infino alla montagna al castello di Montegioli
ch'ellino tenieno, acciò che·lla gente di meser Luchino ch'erano in Lunigiana
no·lli potessono correre e guerreggiare sopra il contado di Pisa, e quelle
fortezze si guardavano di dì e di notte co·lloro gente assai grossa a cavallo e
a piè; e quella notte la gente di meser Luchino ruppono la fortezza tra Rotaia
e Montegioli, e passaro, e vigorosamente assaliro la gente di Pisani; e dopo la
grande battaglia la gente de' Pisani furono sconfitti, e molti presi e morti,
onde i Pisani molto isbigottiro. E poi a dì II di maggio menando meser
Benedetto Maccaioni di Gualandi, rubello di Pisa, CCC cavalieri di que' di
meser Luchino, ch'erano vernati in Maremma, co·llui a guerreggiare i Pisani
e·lloro terre per accozzarli colla gente grossa di meser Luchino che per la
vittoria avuta a Rotaia volieno passare il Serchio, e venire di qua in su quello
di Pisa, essendo albergati a Santa Gonda, provedutamente e posta fatta furono
sopresi da D cavalieri di Pisani e molti balestrieri, ch'erano stati al Ponte
ad Era per attenderli; e rimasene tra presi e morti più di C a cavallo, e tutti
erano tra presi e morti, se non che si fuggiro sopra le spiagge di San Miniato,
e quivi coll'aiuto di Saminiatesi quelli che iscampati erano si ridussono a
salvamento. Sentendo questa novella meser Giovanni Visconti capitano della
gente di meser Luchino si partì di Versilia con LXX bandiere, che furono da MD
a cavallo, e passarono il Serchio al ponte a Moriano, e vennero per la Cerbaia
e passato la Guisciana a Rosaiuolo, e poi guadarono l'Arno e ricolsono la loro
gente da Santa Gonda, e acamparsi a Castello del Bosco, e in sulla Cecina
guerreggiando il contado di Pisa per più tempo, e prendendo più loro terre e
castella. La gente de' Pisani, ch'erano da M cavalieri, s'afforzaro al fosso
Arnonico e al Ponte ad Era a guardare la frontiera, sanza avisarsi co' nimici.
E partiti da Castello del Bosco, osteggiando per più campi la Valdera e·lla
Maremma infino all'agosto, e più vi sarebbono dimorati, se non fosse che per lo
soperchio caldo e disagi vi si cominciò una corruzione, onde assai ve ne
malarono e morirono. E infra gli altri caporali ne morì meser Benedetto
Maccaioni grande nimico di Pisani, e Arrigo di Castruccio che·ffu signore di
Lucca. E per la mortalità e pestilenza si partì la detta oste, que' ch'erano
scampati, e tornarsi in Versilia con grande loro dannaggio di gente. Lasceremo
alquanto di questa guerra, e diremo d'altre novità occorse in questi tempi.
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