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Giovanni Villani Nuova cronica IntraText CT - Lettura del testo |
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XXXVIII
Ancora della guerra della gente di mesere Luchino co' Pisani.
Nel detto anno e mese di febraio i Pisani feciono lega e compagnia con certo ordine con meser Mastino della Scala, e col signore di Bologna, e co' marchesi da Ferrara, e Romagnuoli per dispetto e contrario di meser Luchino Visconti, e richiesonne i Fiorentini; ma non vi si vollono acordare. Per la qual cosa la gente di meser Luchino, ch'era in Versilia, passato il Serchio in quantità di D cavalieri e popolo assai, e corsono insino presso alla città di Pisa per la via di Valdiserchio faccendo gran danno d'arsioni, e levando gran prede d'uomini e di bestie e d'arnesi, e tornarsi in Versilia sani e salvi, che di Pisa non uscì uomo a contradiagli. E poi del mese di maggio MCCCXLV morto il marchese Malaspina cognato di meser Luchino, a cui petizione mantenea la detta guerra; e priego del dogio e popolo di Genova meser Luchino fece pace co' Pisani, ed ebbe d'amenda Cm fiorini d'oro, rimanendo a' Pisani le terre di Lucca, ch'allora si tenieno per meser Luchino, e rendé li stadichi a' Pisani. E questo è il fine de' tiranni di Lombardia, per trarre loro utole delle guerre e disensione di noi ciechi Toscani. Lasceremo alquanto di nostri fatti di Firenze e d'Italia, e diremo di certe novità d'oltremare.
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