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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo primo
    • Libro terzo
      • XV     Come Carlo Magno re di Francia fu fatto imperadore di Roma.
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XV

 

 

Come Carlo Magno re di Francia fu fatto imperadore di Roma.

 

Carlo Magno tornato d'oltremare in Francia, come detto avemo, e avendosi sottoposto Alamagna, Italia, e Spagna, e Proenza, i malvagi Romani co' possenti Lombardi e Toscani si rubellaro dalla Chiesa, e in Roma presono papa Leone terzo che allora regnava, andando alla processione delle Letanie, e abacinarogli gli occhi, e tagliaro la lingua, e cacciarollo di Roma. E come piacque a·dDio per miracolo divino, e sì come innocente e santo, riebbe la vista degli occhi e la loquela del parlare, e andonne in Francia a Carlo Magno, pregandolo che venisse a Roma a rimettere la Chiesa in sua libertà; il quale Carlo, a richiesta del detto papa Leone, co·llui insieme venne a Roma, e rimise il papa e la Chiesa in suo stato e libertade, e fece grande vendetta di tutti i ribelli e nemici di santa Chiesa per tutta Italia. Per la qual cosa il detto Leone papa co' suoi cardinali e concilio generale, e con volontà de' Romani, per le virtudiose e sante operazioni fatte per lo detto Carlo Magno in istato di santa Chiesa e di tutta Cristianitade, per dicreto levaro lo 'mperio di Roma a' Greci, e elessero il detto Carlo Magno imperadore de' Romani, siccome dignissimo dello 'mperio; e per lo detto papa Leone fu consacrato e coronato in Roma gli anni di Cristo VIIIcI con grande solennità e onore il dì di Pasqua. Il quale Carlo bene aventurosamente imperiò anni XIIII e mesi uno e dì IIII, signoreggiando in tutto lo 'mperio del ponente, e le province dette di sopra, e eziandio lo 'mperadore di Gostantinopoli era a sua obbedienzia; e fece edificare tante badie quante lettere ha nell'abicì, cominciando il nome di ciascuna per la sua lettera. E coronato Luis suo figliuolo dello 'mperio e del reame di Francia, dando tutto suo tesoro a' poveri per Dio in questo modo, ch'egli lasciò il terzo di suo tesoro, il quale era infinito, a tutti i poveri di Cristianità mendicanti, e le due parti lasciò a dispensare a tutti i suoi arcivescovi di suo Imperio e di suo reame, acciò che·lli partissono intra gli loro vescovi, e a tutte chiese, monisteri, e spedali. E questi sono i nomi degli arcivescovadi e vescovi principali cui fece suoi esecutori: quello di Roma, ciò fu il papa, l'arcivescovo di Ravenna, e quello di Melano, e 'l patriarca d'Aquilea, e quello di Grado, e 'l vescovo di Firenze, in Italia; in Alamagna, a l'arcivescovo di Cologna, a quello di Maganza, a quello di Trievi; a quello di Legge, a quello di Senso, a quello di Bisenzona, a quello di Leone, a quello di Vienna in Borgogna; a quello di Ruem, a quello di Rens, a quello del Torso, a quello di Burgi, in Francia; a quello di Garent, a quello di Riens, in Navarra; a quello di Bordello, in Guascogna; e questo troviamo per le sue croniche. E ciò fatto, santamente rendé l'anima a Cristo nella terra d'Aquisgran in Alamagna, e là fu soppellito a grande reverenza, cioè ad Asia la Cappella. Ciò fu gli anni di Cristo VIIIcXIIII, e vivette LXXII anni; e molti segni appariro innanzi a sua morte, come raccontano le sue croniche de' fatti di Francia. Questo Carlo acrebbe molto la Chiesa santa e la Cristianità a lungi e apresso, e fu uomo di grande virtù.

 




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