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Giovanni Villani Nuova cronica IntraText CT - Lettura del testo |
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XCI
Come il re di Francia andò a Pittieri a papa Chimento per fare condannare la memoria di papa Bonifazio.
Nel detto anno e mese di giugno MCCCVII, essendo papa Chimento venuto co la corte a petizione del re di Francia a la città di Pettieri, il detto re di Francia con tre suoi figliuoli, e con messer Carlo di Valos e messer Luisi suoi fratelli, e con molti altri baroni e cavalieri, e col conte di Fiandra e' suoi figliuoli e fratelli vennero a Pittieri: e dato per lo papa compimento e fermezza a la pace del re di Francia al conte di Fiandra e' Fiaminghi, il re di Francia richiese al papa la quinta cosa che s'aveva fatta promettere, quando il re gli promise di farlo fare papa, cioè ch'egli condannasse la memoria di papa Bonifazio, e facesse ardere le sue ossa e corpo; e fece opporre contra lui a' suoi cherici e avogadi XLIII articoli di resia, profferendo di provagli; onde il papa e' suoi cardinali furono in grande turbazione per la detta richesta, però che 'l re volea o per ragione o per forza fornire le pruove, e come detto è adietro, il papa gliel'avea promesso e giurato; e di ciò si pentea molto, ma non s'osava scoprire contra 'l volere del re, e torto e abassamento de la Chiesa gli parea fare, se l'asentisse, però che in papa Bonifazio di ragione non si trovava nulla memoria di resia, ma si trovava per lo VI libro de le decretali ch'egli fece comporre, molto cattolico e utile, e per papa Bonifazio si trovava molto esaltata la santa Chiesa e le sue ragioni; e ancora più, del collegio de' cardinali v'avea di quegli ch'avea fatti papa Bonifazio, e 'l cardinale da Prato intra gli altri era uno di quegli; e se la memoria di papa Bonifazio fosse dannata, conveniva che fossono disposti del cardinalato. Per la qual cosa, così la setta de' cardinali ch'aveano tenuto col re di Francia in questo caso erano contro a·llui, come quegli della setta del nipote di papa Bonifazio. E stando la Chiesa in questa contumacia e perseguizione fatta per lo re, il papa non sapea che si fare, che male gli parea a rompere il suo saramento e promessa fatta al re, e peggio gli parea a corrompere e guastare la Chiesa di Roma. A la fine strignendosi di ciò a segreto consiglio col savio cardinale da Prato, che sapea le sue segrete promesse, sì gli disse: “Qui nonn-ha che uno rimedio, cioè che ti conviene dissimulare col re, e che tu gli dichi che, perché quello ch'egli domanda di papa Bonifazio sia forte caso a passare per la Chiesa, e parte del collegio de' cardinali non vi s'accordino, conviene di necessità, e ancora più acconcio del suo intendimento, e più abbominazione de la memoria di papa Bonifazio, che le pruove degli articoli ch'egli gli oppone si facciano in concilio generale, e fia più autentico e fermo. E per non avere contasto, sì metterai dinanzi al collegio che per più grandi e utili cose, in bene e istato di santa Chiesa e de' Cristiani che bisogni si faccia in concilio generale; e che in quello farai pienamente quello che domanda. E 'l detto concilio ordina e componi a la città di Vienna, per più comune luogo a' Franceschi, e Inghilesi, e Tedeschi, e Italiani, e a quegli di Linguadoco; e a questo non ti potrà opporre né contradiare: e ciò faccendo, tu e la Chiesa sarai in tua libertà; e partendoti di qui e andando a Vienna, sì sarai fuori de le sue forze e di suo reame”. Al papa piacque molto il consiglio, e miselo a seguizione, e fece la risposta al re: onde il re si tenne forte gravato, ma non potendo il re a·cciò bene contradire, promettendogli il papa che bene il servirebbe, e faccendogli molte altre grazie e richeste, acconsentìe, credendosi sì adoperare al concilio a Vienna, che gli verrebbe fatto il suo intendimento. E così si tornò a Parigi, e mandò Luis suo primo figliuolo in Navarra con grande compagnia di baroni e cavalieri, e fecelo a la città di Pampalona coronare del reame di Navarra; e 'l papa piuvicato di fare concilio, e diterminatolo d'ivi a tre anni a Vienna, con tutta la corte poco tempo appresso uscì del reame di Francia, e venne a Vignone in Proenza nelle terre del re Ruberto.
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