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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • XXXVII               Come lo 'mperadore Arrigo venne nella città di Pisa.
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XXXVII

 

           

Come lo 'mperadore Arrigo venne nella città di Pisa.

           

Nel detto anno, a dì XVI del mese di febbraio, lo 'mperadore si partì di Genova per mare con XXX galee per venire a Pisa: per fortuna di tempo gli convenne dimorare in Portoveneri XVIII dì; poi di là arrivò a Porto Pisano, e in Pisa entrò a dì VI di marzo MCCCXI, e da' Pisani fu ricevuto come loro signore, faccendogli grande festa e processione, e al tutto gli diedono la signoria della città, faccendoli grandi doni di moneta per fornire sua gente, che gran bisogno n'aveva. In Pisa dimorò infino a dì XXII d'aprile MCCCXII, attendendo gente nuova di suo paese. In questo dimoro in Pisa il maliscalco suo colla sua gente molte cavalcate e asalti fece sopra le terre e castella de' Lucchesi e di Samminiato del Tedesco, sanza tenere campo o assedio. In quelle cavalcate presono il castello di Buti e la valle che teneano i Lucchesi; altro aquisto non vi fece di terra alcuna. In Pisa si trovò con MD cavalieri oltramontani cogl'infrascritti baroni e signori: l'arcivescovo di Trievi suo fratello carnale, il vescovo di Legge fratello del conte di Bari suo cugino, il duca di Baviera, il conte di Savoia suo cognato, il conte di Forese, messer Guido fratello del Dalfino di Vienna, messer Arrigo fratello del conte di Fiandra suo maliscalco e cugino, messer Ruberto figliuolo del detto conte di Fiandra, il conte d'Alvagna d'Alamagna chiamato Luffo Mastro, cioè in latino Mastro Siniscalco, uomo di grande valore, e più altri conti de la Magna non conosciuti da noi, castellani e banderesi assai, ciascuno di questi signori con sua gente, e molti Italiani, Lombardi e Toscani. I Fiorentini e gli altri Toscani sentendolo in Pisa, s'aforzarono di cavalieri e di gente in grande quantità per contastallo.

 




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