Giovanna
esce agitata, quindi Carlo coronato, il corteggio ed il popolo - Giacomo si
frammischia alla folla.
CARLO:
Non fuggir, donzella!
Invano cerchi al meritato omaggio
Del tuo re, del tuo popolo
sottrarti. -
Meco plaudite, o genti,
A lei che n'ha
redenti...
Io primo a te mi prostro,
Inviata del Ciel.
TUTTI:
Viva Giovanna!
Viva la nostra redentrice!
CARLO:
Omai
Due patroni ha
la Francia. -
Al gran Dionigi
Fean sorger monumento i padri nostri;
Ne imiterem
l'esempio...
Diva donzella, avrai tu pure un
tempio.
GIACOMO:
La bestemmia oh sperda Iddio!...
(avanzando)
Di chi mai tu cadi al piè!
CARLO:
Qual baldanza!...
GIOVANNA (scossa):
Il padre mio!
CARLO:
Ei suo padre!!
GIACOMO:
M'odi, o re!
Comparire il ciel
m'ha stretto
Qui del popolo al cospetto;
Cor di padre e bianca testa
Daran fede a' detti miei.
Ben conosci la foresta
Ove apparve a te
costei...
Là, sua fede rinnegata,
Questa figlia sciagurata,
A superbia aprendo il seno,
Per iniquo amor terreno,
Sé dannando a
eterno scempio
Coi demòni patteggiò.
Re tradito or leva un tempio...
CORO:
Quale orror!!
CARLO:
Che mai narrò!
(Tutti
fra sé)
CARLO:
No! forme
d'angelo - non son la vesta
D'un'alma rèproba
- che Dio detesta!
Qual sulla misera - grava periglio!
Il tuo consiglio - ne addita, o ciel.
GIACOMO:
Vicino al termine - resisti, o
core...
Sensi quetatevi
- del genitore...
Sol può la misera - quaggiù punita
L'alma pentita - tornare al ciel.
GIOVANNA:
L'amaro calice - sommessa io bevo,
Né mando un gemito -né un detto elevo...
Ch'ei sia dell'anima - vital
lavacro!
Sia fatto il sacro - voler del ciel.
CORO:
Un gel trascorrere - sento per l'ossa...
Parmi da folgore - l'alma percossa...
Oh quale orribile - squarciò
mistero!
S'ei disse il vero - ne addita, o ciel.
CARLO:
Ti discolpa! (a Giovanna)
CORO:
Imbianca e tace!
CARLO:
Le tue prove, O veglio audace?
GIACOMO:
Dimmi, in nome del Dio vindice,
(prende
per mano la figlia)
Non sacrilega sei tu?
(Silenzio
generale)
CORO:
Né favella!...
il capo asconde!
CARLO: (A Giovanna)
Parla, e tutti avrai
credenti.
GIACOMO:
Di', per l'alme
dei parenti,
Non sacrilega sei tu?
(Silenzio
c. s)
CORO (con raccapriccio):
Non risponde!...
non risponde!...
CARLO: (Con passione)
Solo un detto!...
(oh cieco padre!)
GIACOMO:
Di' per l'alma di tua madre
Non sacrilega sei tu?...
(Tuono
e lampi. Terrore generale)
Ecco! Il ciel
per te lo attesta.
CORO:
Sì!... la
colpa è manifesta.
L'empia tace...
non lo nega...
Via la strega! via
la strega!
CARLO:
Ahi tacesti!...
ed han creduto!
Ma di Carlo avrai l'ajuto.
GIACOMO:
Solo ajuto
è nel Signor...
(Con
severità al re)
Vieni, o figlia!
GIOVANNA:
Oh genitor!
(Prorompe
in pianto e si getta fra le braccia del padre)
GIACOMO:
Del sacrilego misfatto
Il terrore in tutti apprendi;
Ma dell'anima il riscatto
T'offre, o indegna, il genitor.
Vieni meco
a fatal luogo,
Là ti aspetta ardente rogo...
Vieni, impavida l'ascendi,
Tornerai mia figlia allor.
GIOVANNA:
Contro l'anima percossa
Tuona, tuona, eterna voce;
Ma la colpa sia rimossa,
Fia purgata.nel dolor!
Dell'accolto pentimento
Ecco l'iride già sento...
Bene venga la mia croce,
Io l'attendo con amor.
CARLO:
O mal ferma, o dura gente,
Su te gravi la sua pena!
Sempre cara ed innocente
È la misera al mio cor.
Questa porpora regale, -
Questo serto che mai vale,
Se mi vince, m'incatena
Vil di popolo furor?
CORO:
Fuggi, o donna maledetta,
Esci omai da queste mura,
Pria che il cielo in sua vendetta
Francia invada di terror.
Che dirà di noi la storia?...
Or chi rende a noi la gloria?...
Donna infame, donna impura,
Reca all'Anglia
il tuo valor! -
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