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Francesco Maria Piave
I due Foscari

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  • ATTO PRIMO
    • Scena prima. Coro, Barbarigo, Loredano, Jacopo, Fante
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ATTO PRIMO

 

Scena prima. Coro, Barbarigo, Loredano, Jacopo, Fante

 

Una sala nel palazzo Ducale di Venezia. Di fronte veroni gotici, da' quali scorge parte della cità e della laguna a chiaro di luna. A destra due porte, una che mette negli appartamenti del Doge, l'altra all'ingresso comune; a sinistra altre due porte che guidano all'aula del Consigilio dei Dieci, ed alle torce di cera, sostenute da bracci di legno sporgenti dalle pareti.

Il Consigilio dei Dieci a Giunta vanno raccogliendosi.

 

CORO 1:

Silenzio . . .

 

CORO 2:

Mistero . . .

 

CORO 1

Qui regnino intorno.

 

CORO 2:

Qui veglia costante, la notte ed il giorno

sul veneto fato di Marco il Leon.

 

TUTTI:

Silenzio, mistero - Venezia fanciulla

nel sen di quest'onde - protessero in culla,

e il fremer del vento - fu prima canzon.

Silenzio, mistero - la crebber possente

de' mari signora - temuta, prudente

per forza e sapere,- per gloria e valor.

Silenzio, mistero - la serbino eterna,

sien l'anima prima - di chi la governa . . .

Ispirin per essa - timore ed ardor.

 

(Barbarigo e Loredano, che entrano dalla comune)

 

BARBARIGO:

Siam tutti raccolti?

 

CORO:

Il numero è pieno.

 

LOREDANO:

E il Doge? . . .

 

CORO:

Tra i primi - qui giunse sereno:

De' Dieci nell'aula - poi tacito entrò.

 

TUTTI:

Or vadasi adunque, - giustizia ne attende,

giustizia che eguali - qui tutti ne rende,

giustizia che splendido - qui seggio posò.

Silenzio, giustizia, - silenzio, mister!

(Entrano nell'aula del Consigilio)

 

(Jacopo Foscari viene dal carcere preceduto dal Fante, fra i Comandadori)

 

FANTE:

Qui ti rimani alquanto

finché il Consiglio te di nuovo appelli.

 

JACOPO:

Ah sì, ch'io senta ancora, ch'io respiri

aura non mista a gemiti e sospiri.

(Il Fante entra in Consigilio)

Brezza del suol natìo,

il volto a baciar voli all'innocente! . . .

(appressandosi al verone )

Ecco la mia Venezia! . . . ecco il suo mare! . . .

Regina dell'onde, io ti saluto! . . .

Sebben meco crudele,

io ti son pur de'figli il più fedele.

Dal più remoto esilio,

sull'ali del desìo,

a te sovente rapido

volava il pensier mio;

come adorata vergine

te vagheggiando il core,

l'esillo ed il dolore

quasi sparian per me.

(Il Fante viene dal Consiglio)

 

FANTE:

Del Consiglio alla presenza

vieni tosto, e il ver disvela.

 

JACOPO:

(Al mio sguardo almen vi cela,

ciel pietoso, il genitor!)

 

FANTE:

Sperar puoi pietà, clemenza . . .

 

JACOPO:

Chiudi il labbro, o mentitor.

Odio solo, ed odio atroce

in quell'anime si serra;

sanguinosa, orrenda guerra

da costoro si farà.

Ma dei Foscari, una voce

va tuonandomi nel core;

forza contro il lor rigore

l'innocenza ti darà.

(Tutti entrano nella sala del Consigilio)

 

 

 





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