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Francesco Maria Piave La forza del destino IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena terza. Detti e Pellegrini che passano da fuori
CORO DI PELLEGRINI: (fuori) Pietà di noi, Pietà di noi. Pietà di noi. Pietà di noi.
TUTTI: (alzandosi e scoprendosi la testa) Chi sono?
Son pellegrini che vanno al giubileo.
LEONORA: (ricomparendo agitatissima sulla porta) Fuggir potessi!
Che passino attendiamo.
Preghiam con lor.
TUTTI: (Lasciano la mensa e s'inginocchiano)
LEONORA: (fra sé) Se tu nol vuoi, gran Dio, Nessun mi salverà! (Leonora rientra nella stanza chiudendone la porta. Tutti riprendono i loro posti. Si passano un fiasco)
TUTTI: Viva!
Salute qui, l'eterna gloria poi.
TUTTI: (facendo altrettando) Così sia.
E che? Con quest'inferno!
E quella personcina con lei giunta, venne pel giubileo?
Nol so.
Per altro,
De' viaggiator non bado che al danaro.
Molto prudente! (poi all'Alcade)
L'ignoro.
Dissero chiedesse acqua ed aceto. Ah, ah! Per rinfrescarsi.
Sarà.
E senza barba?
Non so nulla.
CARLO: (fra sé) Parlar non vuol! (a Trabuco) Ancora lei: Stava sul mulo Seduta o a cavalcioni?
Che noia!
Onde veniva?
So che andrò presto o tardi in Paradiso.
Perché?
Ella il Purgatorio mi fa soffrire.
Or dove va?
In istalla a dormir colle mie mule, che non san di latino, né sono baccellieri. |
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