Una piccola spianata sul declivio di scoscesa
montagna. A destra precipizii e rupi; di fronte la facciata della chiesa della
Madonna degli Angeli; a sinistra la porta del Convento, in mezzo alla quale una
finestrella; da un lato la corda del campanello. Sopra vi è una piccola tettoia
sporgente. Al di là della chiesa alti monti col villaggio d'Hornachuelos. La
porta della chiesta è chiusa, ma larga, sopra dessa una finestra semicircolare
lascerà vedere la luce interna. A mezza scena, un po' a sinistra, sopra quattro
gradini s'erge una rozza croce di pietra corrosa dal tempo. La scena sarà
illuminata da luna chiarissima. Donna Leonora giunge ascendendo dalla destra,
stanca, vestita da uomo, con pastrano a larghe maniche, largo cappello e
stivali.
LEONORA:
Sono giunta! Grazie, o Dio!
Estremo asil guesto è per me!
Son giunta! Io tremo! La mia orrenda storia è nota
in quell'albergo, e mio fratel narrolla!
Se scoperta m'avesse! Cielo! Ei disse naviga
vers' occaso. Don Alvaro! Né morto cadde quella
notte in cui io, io del sangue di mio padre intrisa,
l'ho seguito e il perde! Ed or mi lascia, mi fugge!
Ohimé, non reggo a tanta ambascia.
(Cade in ginocchio)
Madre, pietosa Vergine,
Perdona al mio peccato,
M'aita quel ingrato
Dal core a cancellar.
In queste solitudini
Espierò l'errore,
Pietà di me, Signore.
Deh, non m'abbandonar!
(L'organo accompagna il canto
mattutino dei frati)
Ah, quei sublimi cantici,
(Si alza)
Dell'organo i concenti,
Che come incenso ascendono
A Dio sui firmamenti,
inspirano a quest'alma
Fede, conforto e calma!
CORO DEI FRATI: (interno)
Venite, adoremus et procedamus
ante Deum,
Ploremus, ploremus coram Domino, coram
Domino qui fecit nos.
LEONORA: (S'avvia)
Al santo asilo accorrasi.
E l'oserò a quest'ora?
Alcun potria sorprendermi!
O misera Leonora, tremi?
Il pio frate accoglierti no, non ricuserà.
Non mi lasciar, soccorrimi, pietà Signor, pietà!
Deh, non m'abbandonar!
FRATI:
Ploremus, ploremus coram Domino qui fecit nos.
(Leonora va a suonare il campanello
del convento).
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