GUARDIANO:
Or siam soli.
LEONORA:
Una donna son io.
GUARDIANO:
Una donna a quest'ora!
Gran Dio!
LEONORA:
Infelice, delusa, rejetta,
Dalla terra e del ciel maledetta,
Che nel pianto protratavi al piede,
Di sottrala all'inferno vi chiede.
GUARDIANO:
Come un povero frate lo può?
LEONORA:
Padre Cleto un suo foglio v'inviò?
GUARDIANO:
Ei vi manda?
LEONORA:
Sì.
GUARDIANO: (sorpreso)
Dunque voi siete
Leonora di Vargas!
LEONORA:
Fremete!
GUARDIANO:
No, venite fidente alla croce,
Là del cielo v'ispiri la voce.
(Leonora s'inginocchia presso la
croce, la bacia, quindi torna al Padre Guardiano)
LEONORA:
Più tranquilla, l'alma sento
Dacché premo questa terra;
De' fantasmi lo spavento
Più non provo farmi guerra . . .
Più non sorge sanguinante
Di mio padre l'ombre innante,
Né terribile l'ascolto
La sua figlia maledir.
GUARDIANO:
Sempre indarno qui rivolto
Fu di Satana l'ardir.
LEONORA:
Perciò tomba qui desio
Fra le rupi ov'altra visse.
GUARDIANO:
Che! Sapete?
LEONORA:
Cleto il disse.
GUARDIANO:
E volete . . .
LEONORA:
Darmi a Dio.
GUARDIANO:
Guai per chi si lascia illudere
Dal delirio d'un momento!
Più fatal per voi sì giovane
Giungerebbe il pentimento.
LEONORA:
Ah, tranquilla l'alma sento, ecc.
GUARDIANO:
Guai per chi si lascia illudere. Guai!
Chi può leggere il futuro?
Chi immutabil farvi il core?
E l'amante?
LEONORA:
Involontario
M'uccise il genitor.
GUARDIANO:
E il fratello?
LEONORA:
La mia morte
Di sua mano egli giurò.
GUARDIANO:
Meglio a voi le sante porte
Schiuda un chiostro.
LEONORA:
Un chiostro? No!
Se voi scacciate questa pentita
Andrò per balze, girdando aita,
Ricovro ai monti, cibo alle selve.
E fin le belve ne avran pietà.
Ah, sì, del cielo qui udii la voce:
"Salvati all'ombra di questa croce."
Voi mi scacciate? È questo il porto.
Chi tal conforto mi toglierà?
GUARDIANO:
A te sia gloria, o Dio clemente,
Padre dei miseri onnipossente.
A cui sgabello sono le sfere!
Il tuo volere si compirà!
È fermo il voto?
LEONORA:
È fermo.
GUARDIANO:
V'accolga dunque Iddio.
LEONORA:
Bontà divina!
GUARDIANO:
Sol io saprò chi siate. Tra le rupi è uno speco; ivi
starete. Presso una fonte, al settimo dì, scarso cibo
porrovvi io stesso.
LEONORA:
V'andiamo.
GUARDIANO: (verso la porta)
Melitone?
(a Melitone che comparisce)
Tutti i fratelli con ardenti ceri,
Dov' è l'ara maggiore,
Nel tempio si raccolgan del Signore.
(Melitone rientra)
Sull'alba il piede all'eremo
Solinga volgerete;
Ma pria dal pane angelico
Conforto all'alma avrete.
Le sante lane a cingere
Ite, e sia forte il cor.
Sul nuovo calle a reggervi
V'assisterà il Signor.
(Entra nel Convento, e ne ritorna
subito portando un abito da Francescano che presenta a Leonora)
LEONORA:
Tua grazia, o Dio.
Sorride alla regetta!
O, gaudio insolito!
Io son ribenedetta!
Già sento in me rinascere
A nuova vita il cor;
Plaudite, o cori angelici,
Mi perdonò il Signor.
(Entrano nella stanza del portinaio).
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