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Francesco Maria Piave La forza del destino IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena seconda. Fra' Melitone, Mendicanti
Fra' Melitone entra da destra, portando un grande grembiule bianco e assistito da un converso, che porta una grande pentola a due manici. La mettono giù nel centro del cortile e il converso va via.
Che? Siete all'osteria? Quieti . . . (Comincia a scodellare la minestra)
MENDICANTI: (spingendo continuamente) Qui, presto a me, presto a me, ecc.
Quieti, quieti, quieti, quieti.
I VECCHI: Quante porzioni a loro! Tutto vorrian per sé. N'ebbe già tre Maria!
Quattro a me . . .
Quattro a lei!
Sì, perché ho sei figliuoli . . .
Sì, Dio . . . Dio. Non li avreste Con aspra disciplina,
Fratel . . .
Ma tai pezzenti son di fecondità davvero spaventosa . . .
Abbiate carità.
I VECCHI: Un po' di quel fondaccio Ancora ne donate.
MENDICANTI: (porgendo le loro scodelle) A me, padre a me, a me, a me, ecc.
LE DONNE:
Sì, sì, ma in otto giorni E poi con tal canaglia
Carità, con costoro Che il fanno per mestiere?
LE DONNE:
GLI UOMINI:
Non mi seccate tanto!
Sì; sì, sì, sì, un santo! ecc.
MELITONE: (buttando per aria il recipiente con un calcio) Il resto, a voi prendetevi, Non voglio più parole, ecc. Fuori di qua, lasciatemi, Lasciatemi, ecc. Via, via bricconi, al diavolo, Toglietevi di qua;
Era un angel! Era un santo! ecc.
Fuori di qua! Lasciatemi, . . . Fuori, fuori, via di qua! ecc.
(Il frate infuriato li saccia dal cortile. Dopo prende un fazzoletto dalla sua manica e con esso si asciuga il sudore della fronte)
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