AMELIA (entrando ed interponendosi fra i due
assalitori e il Doge):
Ferisci!
DOGE, FIESCO,
GABRIELE:
Amelia!
TUTTI:
Amelia!
AMELIA:
O Doge... ah
salva...
Salva l'Adorno tu.
DOGE:
Nessun l'offenda.
(Alle guardie che si sono impossessate di Gabriele per
disarmarlo)
Cade l'orgoglio e
al suon del suo dolore
Tutta l'anima mia
parla d'amore...
Amelia, di' come
tu fosti rapita
E come al periglio
potesti campar.
AMELIA:
Nell'ora soave che
all'estasi invita
Soletta men givo
sul lido del mar.
Mi cingon tre
sgherri, m'accoglie un naviglio.
POPOLO:
Orror!
AMELIA:
Soffocati non
valsero i gridi...
Io svenni e al novello
dischiuder del ciglio
Lorenzo in sue
stanze presente mi vidi....
TUTTI:
Lorenzo!
AMELIA:
Mi vidi prigion dell'infame!
Io ben di quell'alma sapea la viltà.
Al Doge, gli dissi…
NOBILI
(ai Popolani):
Abbasso le scuri!
AMELIA:
Pietà!
DOGE
(possentemente):
Fratricidi!!!
Plebe! Patrizi! Popolo
Dalla feroce storia!
Erede sol dell'odio
Dei Spinola e dei
D'Oria,
Mentre v'invita
estatico
Il regno ampio dei
mari,
Voi nei fraterni
lari
Vi lacerate il
cuor.
Piango su voi, sul
placido
Raggio del vostro
clivo
Là dove invan
germoglia
Il ramo
dell'ulivo.
Piango sulla
mendace
Festa dei vostri
fior,
E vo gridando:
pace!
E vo gridando:
amor!
AMELIA (a Fiesco):
(Pace! lo sdegno
immenso
Raffrena per
pietà!
Pace! t'ispiri un
senso
Di patria carità)
PIETRO (a Paolo):
(Tutto fallì, la
fuga
Sia tua salvezza
almen)
PAOLO (a Pietro):
(No, l'angue che
mi fruga
È gonfio di velen)
GABRIELE:
(Amelia è salva, e
m'ama!
Sia ringraziato il
ciel!
Disdegna ogni
altra brama
L'animo mio fedel)
FIESCO:
(O patria! a qual
mi serba
Vergogna il mio
sperar!
Sta la città
superba
Nel pugno d'un
corsar!)
CORO (fissando il Doge):
Il suo commosso
accento
Sa l'ira in noi
calmar;
Vol di soave vento
Che rasserena il
mar.
GABRIELE (offrendo la spada al Doge:
Ecco la spada.
DOGE:
Questa notte sola
Qui prigione
sarai, finché la trama
Tutta si scopra. -
No, l'altera lama
Serba, non voglio
che la tua parola.
GABRIELE:
E sia!
DOGE (con forza terribile):
Paolo!
PAOLO (sbucando dalla folla allibito):
Mio Duce!
DOGE (con tremenda maestà e con violenza sempre
più formidabile):
In te risiede
L'austero dritto
popolar, è accolto
L'onore cittadin
nella tua fede:
Bramo l'ausiglio
tuo... V'è in queste mura
Un vil che m'ode e
impallidisce in volto,
Già la mia man lo
afferra per le chiome.
Io so il suo
nome...
È nella sua paura.
Tu al cospetto del
ciel e al mio cospetto
Sei testimon. -
Sul manigoldo impuro
Piombi il tuon del
mio detto:
Sia maledetto! e tu ripeti il giuro.
(Con immensa forza)
PAOLO (atterrito e tremante):
Sia maledetto... (Orror!)
TUTTI:
Sia maledetto!!!
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