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Francesco Maria Piave
Simon Boccanegra

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  • ATTO PRIMO
    • Scena dodicesima. Amelia e detti
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Scena dodicesima. Amelia e detti

 

AMELIA (entrando ed interponendosi fra i due assalitori e il Doge):

Ferisci!

 

DOGE, FIESCO, GABRIELE:

Amelia!

 

TUTTI:

Amelia!

 

AMELIA:

O Doge... ah salva...

Salva l'Adorno tu.

 

DOGE:

Nessun l'offenda.

(Alle guardie che si sono impossessate di Gabriele per disarmarlo)

Cade l'orgoglio e al suon del suo dolore

Tutta l'anima mia parla d'amore...

Amelia, di' come tu fosti rapita

E come al periglio potesti campar.

 

AMELIA:

Nell'ora soave che all'estasi invita

Soletta men givo sul lido del mar.

Mi cingon tre sgherri, m'accoglie un naviglio.

 

POPOLO:

Orror!

 

AMELIA:

Soffocati non valsero i gridi...

Io svenni e al novello dischiuder del ciglio

Lorenzo in sue stanze presente mi vidi....

 

TUTTI:

Lorenzo!

 

AMELIA:

Mi vidi prigion dell'infame!
Io ben di quell'alma sapea la viltà.
Al Doge, gli dissi

NOBILI
(ai Popolani):
Abbasso le scuri!

AMELIA:
Pietà!

 

DOGE
(possentemente):
Fratricidi!!!
Plebe! Patrizi! Popolo
Dalla feroce storia!
Erede sol dell'odio

Dei Spinola e dei D'Oria,

Mentre v'invita estatico

Il regno ampio dei mari,

Voi nei fraterni lari

Vi lacerate il cuor.

Piango su voi, sul placido

Raggio del vostro clivo

dove invan germoglia

Il ramo dell'ulivo.

Piango sulla mendace

Festa dei vostri fior,

E vo gridando: pace!

E vo gridando: amor!

 

AMELIA (a Fiesco):

(Pace! lo sdegno immenso

Raffrena per pietà!

Pace! t'ispiri un senso

Di patria carità)

 

PIETRO (a Paolo):

(Tutto fallì, la fuga

Sia tua salvezza almen)

 

PAOLO (a Pietro):

(No, l'angue che mi fruga

È gonfio di velen)

 

GABRIELE:

(Amelia è salva, e m'ama!

Sia ringraziato il ciel!

Disdegna ogni altra brama

L'animo mio fedel)

 

FIESCO:

(O patria! a qual mi serba

Vergogna il mio sperar!

Sta la città superba

Nel pugno d'un corsar!)

 

CORO (fissando il Doge):

Il suo commosso accento

Sa l'ira in noi calmar;

Vol di soave vento

Che rasserena il mar.

 

GABRIELE (offrendo la spada al Doge:

Ecco la spada.

 

DOGE:

Questa notte sola

Qui prigione sarai, finché la trama

Tutta si scopra. - No, l'altera lama

Serba, non voglio che la tua parola.

 

GABRIELE:

E sia!

 

DOGE (con forza terribile):

Paolo!

 

PAOLO (sbucando dalla folla allibito):

Mio Duce!

 

DOGE (con tremenda maestà e con violenza sempre più formidabile):

In te risiede

L'austero dritto popolar, è accolto

L'onore cittadin nella tua fede:

Bramo l'ausiglio tuo... V'è in queste mura

Un vil che m'ode e impallidisce in volto,

Già la mia man lo afferra per le chiome.

Io so il suo nome...

È nella sua paura.

Tu al cospetto del ciel e al mio cospetto

Sei testimon. - Sul manigoldo impuro

Piombi il tuon del mio detto:

Sia maledetto! e tu ripeti il giuro.

(Con immensa forza)

 

PAOLO (atterrito e tremante):

Sia maledetto... (Orror!)

 

TUTTI:

Sia maledetto!!!


 




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