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Francesco Maria Piave Simon Boccanegra IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena settima. Amelia e il Doge
DOGE: Favella il Doge Ad Amelia Grimaldi?
AMELIA: Così nomata sono.
DOGE: E gli esuli fratelli tuoi non punge Desio di patria?
AMELIA: Possente... ma...
DOGE: Intendo... A me inchinarsi sdegnano i Grimaldi... Così risponde a tanto orgoglio il Doge... (Le porge un foglio)
AMELIA (leggendo): Che veggo!... il lor perdono?
DOGE: E denno a te della clemenza il dono. Dinne, perché in quest'eremo Tanta beltà chiudesti? Del mondo mai le fulgide Lusinghe non piangesti? Il tuo rossor mel dice...
AMELIA: T'inganni, io son felice...
DOGE: Agli anni tuoi l'amore...
AMELIA: Ah mi leggesti in core! Amo uno spirto angelico Che ardente mi riama... Ma di me acceso, un perfido, L'orror dei Grimaldi brama...
DOGE: Paolo!
AMELIA: Quel vil nomasti!... E poiché tanta Pietà ti muove dei destini miei, Vo' svelarti il segreto che mi ammanta... Non sono una Grimaldi!...
DOGE: Oh ! ciel... chi sei?...
AMELIA: Orfanella il tetto umile M'accogliea d'una meschina, Dove presso alla marina Sorge Pisa...
DOGE: In Pisa tu?
AMELIA: Grave d'anni quella pia Era solo a me sostegno; Io provai del ciel lo sdegno, Colla tremola sua mano Involata ella mi fu. Pinta effigie mi porgea. Le sembianze esser dicea Della madre ignota a me. Mi baciò, mi benedisse, Levò al ciel, pregando, i rai... Quante volte la chiamai L'eco sol risposta diè.
DOGE (tra sé): (Se la speme, o ciel clemente, Fosse sogno!... estinto io sia Ch'or sorride all'alma mia, Della larva al disparir!)
AMELIA: Come tetro a me dolente S'appressava l'avvenir!
DOGE: Dinne... alcun là non vedesti?...
AMELIA: Uom di mar noi visitava...
DOGE: E Giovanna si nomava Lei che i fati a te rapîr?...
AMELIA: Sì.
DOGE: E l'effigie non somiglia Questa?
(Trae dal seno un ritratto, lo porge ad Amelia, che fa altrettanto)
AMELIA: Uguali son!...
DOGE: Maria!...
AMELIA: Il mio nome!...
DOGE: Sei mia figlia.
AMELIA: Io...
DOGE: M'abbraccia, o figlia mia.
AMELIA: Padre, padre il cor ti chiama! Stringi al sen Maria che t'ama.
DOGE: Figlia!... a tal nome palpito Qual se m'aprisse i cieli... Un mondo d'ineffabili Letizie a me riveli; Qui un paradiso il tenero Padre ti schiuderà... Di mia corona il raggio La gloria tua sarà.
AMELIA: Padre, vedrai la vigile Figlia a te sempre accanto; Nell'ora malinconica Asciugherò il tuo pianto... Avrem gioie romite Note soltanto al ciel, Io la colomba mite Sarò del regio ostel.
(Amelia, accompagnata dal padre fino alla soglia, entra nel palazzo; il Doge la contempla estatico mentre ella si allontana)
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