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Francesco Maria Piave Simon Boccanegra IntraText CT - Lettura del testo |
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ATTO TERZO
Scena prima. Un capitano dei balestrieri, con Fiesco, dalla destra, poi dalla sinistra Paolo in mezzo alle guardie
Interno del Palazzo Ducale. Di prospetto grandi aperture dalle quali sorgerà Genova illuminata a festa: in fondo il mare.
GRIDA (interne): Evviva il Doge!
ALTRE GRIDA: Vittoria! Vittoria!
CAPITANO (rimettendo a Fiesco la sua spada): Libero sei: ecco la spada.
FIESCO: E i Guelfi?
CAPITANO: Sconfitti.
FIESCO: O triste libertà! - (A Paolo:) Che?... Paolo?! Dove sei tratto? PAOLO (arrestandosi): All'estremo supplizio. Il mio demonio mi cacciò fra l'armi Dei rivoltosi e là fui colto; ed ora Mi condanna Simon; ma da me prima Fu il Boccanegra condannato a morte.
FIESCO: Che vuoi dir?
PAOLO: Un velen..., più nulla io temo, Gli divora la vita.
FIESCO (a Paolo): Infame!
PAOLO: Ei forse Già mi precede nell'avel!...
CORO INTERNO: (Dal sommo delle sfere Proteggili, o Signor; Di pace sien foriere Le nozze dell'amor)
PAOLO: Ah! orrore!! Quel canto nuzial, che mi persegue, L'odi?... in quel tempio Gabriello Adorno Sposa colei ch'io trafugava...
FIESCO (sguainando la spada): Amelia?! Tu fosti il rapitor?! Mostro!!
PAOLO: Ferisci.
FIESCO (trattenendosi): Non lo sperar; sei sacro alla bipenne.
(Le guardie trascinano Paolo fuori di scena)
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