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Antonio Somma Un ballo in maschera IntraText CT - Lettura del testo |
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Quadro secondo. Gustavo, Oscar
Tavola coll'occorrente per iscrivere; nel fondo un gran cortinaggio che scoprirà la festa da ballo.
GUSTAVO: (solo) Ed il dover fra i nostri petti han rotto Rivedrà la sua patria . . . e la sua sposa Lo seguirà Senza un addio, l'immenso Mar ne sepàri . . . e taccia il core. (Scrive e nel momento di apporre la firma lascia cader la penna) Esito ancor? ma, o ciel, non lo degg'io? (Sottoscrive e chiude il foglio in seno) Ah, l'ho segnato il sacrifizio mio! Per sempre, o luce mia, A te verrà il mio palpito Sotto qual ciel tu sia. (musica di dentro) Ah! dessa è là . . . potrei vederla . . . ancora Riparlarle potrei . . . Ma no: ché tutto or mi strappa da lei. (Oscar entra con un foglio in mano)
Ignota donna questo foglio diemmi. È pel sire, diss'ella; a lui lo reca E di celato.
Che nel ballo alcuno Alla mia vita attenterà, sta detto. Ma se m'arresto, Ch'io pavento diran. Nol vo': nessuno Pur sospettarlo de'. Tu va: t'appresta, E ratto per gioir meco alla festa. (Oscar esce; Gustavo rimasto solo vivamente prorompe) E nella tua beltà, |
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