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Antonio Somma
Un ballo in maschera

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  • ATTO TERZO
    • Quadro terzo. Coro, Anckarström, Horn, Ribbing, Oscar, Gustavo, Amelia
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Quadro terzo. Coro, Anckarström, Horn, Ribbing, Oscar, Gustavo, Amelia

 

Già all'aprirsi delle cortine una moltitudine d'invitati empie la scena. Il maggior numero è in maschera, alcuni in domino, altri in costume di gala a viso scoperto. Chi va in traccia, chi evita, chi ossequia e chi persegue. Tutto spira magnificenza ed ilarità.

 

CORO:

Fervono amori e danze

Nelle felici stanze,

Onde la vita è solo

Un sogno lusinghier.

Notte de' cari istanti,

De' palpiti e de' canti,

Perché non fermi 'l volo

Sull'onda del piacer?

 , Anckarström

(Horn, Ribbing e i loro aderenti in domino azzurro col cinto vermiglio. Anckarström nello stesso costume s'avanza lentamente)

 

HORN: (additando Anckarström a Ribbing)

Altro de'nostri è questo.

(e fattosi presso a Anckarström sottovoce)

"Morte!"

 

ANCKARSTRÖM: (amaramente)

Sì, morte!

Ma non verrà.

 

HORN E RIBBING:

Che parli?

 

ANCKARSTRÖM:

Qui l'aspettarlo è vano.

 

HORN:

Come?

 

RIBBING:

Perché?

 

ANCKARSTRÖM:

Vi basti saperlo altrove.

 

HORN:

O sorte ingannatrice!

 

RIBBING: (fremente)

Sempre ne sfuggirà di mano!

 

ANCKARSTRÖM:

Parlate basso; alcuno lo sguardo a noi fermò.

 

HORN:

E chi?

 

ANCKARSTRÖM:

Quello a sinistra dal breve domino.

(Si disperdono, ma Anckarström viene inseguito da Oscar in maschera)

 

OSCAR: (a Anckarström)

Più non ti lascio, o maschera; mal ti nascondi.

 

ANCKARSTRÖM: (scansandolo)

Eh via!

 

OSCAR: (inseguendolo sempre, con vivacità)

Tu se' Renato.

 

ANCKARSTRÖM: (spiccandogli la maschera)

E Oscarre tu sei.

 

OSCAR:

Qual villania!

 

ANCKARSTRÖM:

Ma bravo, e ti par dunque convenienza questa

Che mentre il sire dorme, tu scivoli alla festa?

 

OSCAR:

Il re è qui . . .

 

ANCKARSTRÖM: (trasalendo)

Che! . . . dove?

 

OSCAR:

L'ho detto . . .

 

ANCKARSTRÖM:

Ebben! . . . qual è?

 

OSCAR:

Non vel dirò! . . .

 

ANCKARSTRÖM:

Gran cosa!

 

OSCAR: (voltandogli le spalle)

Cercatelo da voi.

 

ANCKARSTRÖM: (con accento amichevole)

Orsù!

 

OSCAR:

È per fargli il tiro che regalaste a me?

 

ANCKARSTRÖM:

Via, calmati: almen dirmi del suo costume puoi?

 

OSCAR: (scherzando)

Saper vorreste

Di che si veste,

Quando l'è cosa

Ch' ei vuol nascosa.

Oscar lo sa,

Ma nol dirà,

Tra

.

 

Pieno d'amor

Mi balza il cor,

Ma pur discreto

Serba il segreto.

Nol rapirà

Grado o beltà,

Trà

.

Oscar lo sa, ecc.

 

(Gruppi di maschere e coppie danzanti attraversano il dinanzi della scena e separano Oscar da Anckarström)

 

CORO:

Fervono amori e danze

Nelle felici stanze,

Onde la vita è solo

Un sogno lusinghier.

 

ANCKARSTRÖM: (raggiungendolo di nuovo)

So che tu sai distinguere gli amici suoi.

 

OSCAR:

V'alletta interrogarlo, e forse celiar con esso un po'?

 

ANCKARSTRÖM:

Appunto.

 

OSCAR:

E compromettere di poi chi ve l'ha detto?

 

ANCKARSTRÖM:

M'offendi. È confidenza che quanto importi so.

 

OSCAR:

Vi preme assai?

 

ANCKARSTRÖM:

Degg'io di gravi cose ad esso,

Pria che la notte inoltri, qui favellar. Su te

Farò cader la colpa, se non mi fia concesso.

 

OSCAR:

Dunque!

 

ANCKARSTRÖM:

Fai grazia a lui, se parli, e non a me.

 

OSCAR: (più dappresso e rapidamente)

Veste una cappa nera, con roseo nastro al petto.

(Fa per andarsene)

 

ANCKARSTRÖM:

Una parola ancora.

 

OSCAR: (dileguandosi tra la folla)

Più che abbastanza ho detto.

 

CORO:

Fervono amori e danze

Nelle felici stanze,

Onde la vita è solo

Un sogno lusinghier.

 

(Danzatori e danzatrici s'intrecciano al proscenio; Anckarström scorge lontano taluno de'suoi e scompare di . Poco dopo, al volger delle coppie nel fondo, Gustavo in domino nero con nastro rosa, s'affaccia pensieroso, e dietro a lui Amelia in domino bianco)

 

AMELIA: (sottovoce in modo da non essere riconosciuta)

Ah! perché qui! fuggite . . .

 

GUSTAVO:

Sei quella dello scritto?

 

AMELIA:

La morte qui v'accerchia . . .

 

GUSTAVO:

Non penetra nel mio petto il terror.

 

AMELIA:

Fuggite, fuggite, o che trafitto cadrete qui!

 

GUSTAVO:

Rivelami il nome tuo.

 

AMELIA:

Gran Dio! Nol posso.

 

GUSTAVO:

E perché piangi . . . mi supplichi atterrita?

Onde contanta senti pietà della mia vita?

 

AMELIA: (tra singulti che svelano la sua voce naturale)

Tutto, per essa, tutto il sangue mio darei!

 

GUSTAVO:

Invan ti celi, Amelia: quell'angelo tu sei!

 

AMELIA: (con disperazione)

T'amo, sì, t'amo, e in lagrime

A' piedi tuoi m'atterro,

Ove t'anela incognito

Della vendetta il ferro.

Cadavere domani

Sarai sei qui rimani:

Salvati, va, mi lascia,

Fuggi dall'odio lor.

 

GUSTAVO:

Sin che tu m'ami, Amelia,

Non curo il fato mio,

Non ho che te nell'anima,

E l'universo oblio.

so temer la morte,

Perché di lei più forte

È l'aura che m'inebria

Del tuo divino amor.

 

AMELIA:

Dunque vedermi vuoi

D'affanno morta e di vergogna?

 

GUSTAVO:

Salva ti vo'. Domani con Renato andrai . . .

 

AMELIA:

Dove?

 

GUSTAVO:

Al natio tuo cielo.

 

AMELIA:

Alla mia terra!

 

GUSTAVO:

Mi schianto il cor . . . ma partirai . . . ma, addio.

 

AMELIA:

Gustavo!

 

GUSTAVO:

Ti lascio, Amelia.

 

AMELIA:

Gustavo!

 

GUSTAVO: (Si, stacca, ma dopo pochi passi tornando a lei con tutta l'anima)

Anco una volta addio.

 

AMELIA:

Ahimè!

 

GUSTAVO:

L'ultima volta, addio!

 

AMELIA E GUSTAVO:

Addio!

 

ANCKARSTRÖM: (Lanciatosi inosservato tra loro, trafigge Gustavo)

E tu ricevi il mio!

 

GUSTAVO:

Ahimè!

 

AMELIA: (d'un grido)

Soccorso!

 

OSCAR: (accorrendo a lui)

O ciel!

 

(Entrano da tutte le parti dame, ufficiali e guardie)

 

Ei trucidato!

 

ALCUNI:

Da chi?

 

ALTRI:

Dov'è l'infame?

 

OSCAR: (accennando Anckarström)

Eccol! . . .

 

(Tutti lo circondano e gli strappano la maschera. Nel fondo veggonsi apparire Horn e Ribbing)

 

AMELIA, OSCAR, CORO:

Renato!

 

CORO:

Ah! Morte, infamia,

Sul traditor!

L'acciaro lo laceri

Vendicator!

 

GUSTAVO:

No, no . . . lasciatelo.

(a Anckarström)

Tu . . . m'odi ancor.

(Tratto il dispaccio, fa cenno a lui di accostarsi)

Ella è pura, in braccio a morte

Te lo giuro, Iddio m'ascolta;

Io che amai la tua consorte

Rispettato ho il suo candor.

(Gli il foglio)

A novello incarco asceso

Tu con lei partir dovevi . . .

Io l'amai, ma volli illeso

Il tuo nome ed il suo cor!

 

AMELIA:

O rimorsi dell'amor

Che divorano il mio cor,

Fra un colpevole che sanguina

E la vittima che muor!

 

OSCAR:

O dolor senza misura,

O terribile sventura!

La sua fronte è tutta rorida

Già dell'ultimo sudor!

 

ANCKARSTRÖM:

Ciel! che feci! e che m'aspetta

Esecrato sulla terra! . . .

Di qual sangue e qual vendetta

M'assetò l'infausto error!

 

GUSTAVO:

Grazia a ognun; signor qui sono:

Tutti assolve il mio perdono.

 

(Horn e Ribbing occupano sempre il fondo della scena)

 

TUTTI GLI ALTRI:

Corgrande e generoso

Tu ci serba, o Dio pietoso:

Raggio in terra a noi miserrimi

È del tuo celeste amor!

 

GUSTAVO:

Addio per sempre, miei figli . . .

 

AMELIA, OSCAR, ANCKARSTRÖM, HORN, RIBBING:

Ei muore!

 

GUSTAVO:

Addio . . . diletta patria . . .

Addio . . . miei figli . . . per sempre . . .

Ah! . . . ohimè! . . . io moro! . . . miei figli . . .

Per sem . . . Addio.

 

(Gustavo cade e spira)

 

TUTTI:

Notte d'orror!

 

FINE

 




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