ALFREDO:
Di Violetta! Perché son io commosso!
A raggiungerla forse ella m'invita
Io tremo! Oh ciel! Coraggio!
(Apre e legge)
"Alfredo, al giungervi di questo foglio"
(come fulminato grida)
Ah!
(Volgendosi si trova a fronte del
padre, nelle cui braccia si abbandona esclamando:)
Padre mio!
GERMONT:
Mio figlio!
Oh, quanto soffri! tergi, ah, tergi il pianto
Ritorna di tuo padre orgoglio e vanto
ALFREDO:
(Disperato, siede presso il tavolino
col volto tra le mani)
GERMONT:
Di Provenza il mar, il suol - chi dal cor ti cancello?
Al natio fulgente sol - qual destino ti furò?
Oh, rammenta pur nel duol - ch'ivi gioia a te brillò;
E che pace colà sol - su te splendere ancor può.
Dio mi guidò!
Ah! il tuo vecchio genitor - tu non sai quanto soffrì
Te lontano, di squallor il suo tetto si coprì
Ma se alfin ti trovo ancor, - se in me speme non fallì,
Se la voce dell'onor - in te appien non ammutì,
Dio m'esaudì!
(abbracciandolo)
Né rispondi d'un padre all'affetto?
ALFREDO:
Mille serpi divoranmi il petto
(respingendo il padre)
Mi lasciate.
GERMONT:
Lasciarti!
ALFREDO: (risoluto)
(Oh vendetta!)
GERMONT:
Non più indugi; partiamo t'affretta
ALFREDO:
(Ah, fu Douphol!)
GERMONT:
M'ascolti tu?
ALFREDO:
No.
GERMONT:
Dunque invano trovato t'avrò!
No, non udrai rimproveri;
Copriam d'oblio il passato;
L'amor che m'ha guidato,
Sa tutto perdonar.
Vieni, i tuoi cari in giubilo
Con me rivedi ancora:
A chi penò finora
Tal gioia non negar.
Un padre ed una suora
T'affretta a consolar.
ALFREDO: (Scuotendosi, getta a caso
gli occhi sulla tavola, vede la lettera di Flora, esclama:)
Ah! ell'è alla festa! volisi
L'offesa a vendicar.
(Fugge precipitoso)
GERMONT:
Che dici? Ah, ferma!
(Lo insegue)
|