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Francesco Maria Piave
Traviata

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  • ATTO SECONDO
    • Scena tredicesima. Violetta che ritorna affannata, indi Alfredo
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Scena tredicesima. Violetta che ritorna affannata, indi Alfredo

 

VIOLETTA:

Invitato a qui seguirmi,

Verrà desso? vorrà udirmi?

Ei verrà, ché l'odio atroce

Puote in lui più di mia voce

 

ALFREDO:

Mi chiamaste? che bramate?

 

VIOLETTA:

Questi luoghi abbandonate

Un periglio vi sovrasta

 

ALFREDO:

Ah, comprendo! Basta, basta

E sì vile mi credete?

 

VIOLETTA:

Ah no, mai

 

ALFREDO:

Ma che temete?. .

 

VIOLETTA:

Temo sempre del Barone

 

ALFREDO:

È tra noi mortal quistione

S'ei cadrà per mano mia

Un sol colpo vi torrìa

Coll'amante il protettore

V'atterrisce tal sciagura?

 

VIOLETTA:

Ma s'ei fosse l'uccisore?

Ecco l'unica sventura

Ch'io pavento a me fatale!

 

ALFREDO:

La mia morte! Che ven cale?

 

VIOLETTA:

Deh, partite, e sull'istante.

 

ALFREDO:

Partirò, ma giura innante

Che dovunque seguirai

I miei passi

 

VIOLETTA:

Ah, no, giammai.

 

ALFREDO:

No! giammai!

 

VIOLETTA:

Va', sciagurato.

Scorda un nome ch'è infamato.

Va' mi lascia sul momento

Di fuggirti un giuramento

Sacro io feci

 

ALFREDO:

E chi potea?

 

VIOLETTA:

Chi diritto pien ne avea.

 

ALFREDO:

Fu Douphol?

 

VIOLETTA: (con supremo sforzo)

Sì.

 

ALFREDO:

Dunque l'ami?

 

VIOLETTA:

Ebben l'amo

 

ALFREDO: (Corre furente alla porta e grida)

Or tutti a me.

 





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